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San Basilio Sergeevich Ivanov Martire

(Chiese Orientali)

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1869 - 17 febbraio 1938


Vasilij Sergeevich Ivanov nasce nel 1869 a Mosca. Dopo quattro anni di scuola lavora nell’officina del padre come fabbro e nello stesso tempo è membro attivo della parrocchia di S. Nicola sulla via Taganka di Mosca.
E’ arrestato il 26 aprile 1932, accusato di attività sovietica. Un certo Samsonov, ingaggiato dal partito come testimonio di accusa, dichiara: “Vasilij Ivanov è un uomo mal disposto nei confronti del potere sovietico; è impegnato attivamente negli affari della chiesa; viene frequentemente visitato dai preti, ma soprattutto egli frequenta i preti”. Viene condannato a tre anni di lager con la condizionale liberato il 22 giugno e continua il suo impegno nella parrocchia come starosta (presidente del consiglio parrocchiale).
Il 17 gennaio 1938 è nuovamente arrestato e rinchiuso nella prigione Taganka.

Giudice: Quale è stata la vostra occupazione negli ultimi tempi?
Ivanov: Io sono un uomo credente; ultimamente sono starosta della chiesa parrocchiale.
Giudice: Perché lei non si occupa della chiesa vicino alla sua abitazione?
Ivanov: Io appartengo ai cristiani ‘veramente ortodossi’. La chiesa vicino a casa mia appartiene ai preti innovatori (filocomunisti) che io non riconosco.
Giudice: Durante la perquisizione del suo appartamento è stato trovato un album di fotografie della famiglia imperiale dei Romanov. A chi appartiene questo album?
Ivanov: Appartiene a me.
Giudice: A quale scopo conserva le foto della famiglia imperiale?
Ivanov: Io sono un monarchico, in conseguenza alle mie convinzioni religiose, perché la Chiesa ortodossa considera lo zar “Unto da Dio”. Per rispetto a questo io conservo la fotografia dello zar e della sua famiglia.
Giudice: Che pensa del potere sovietico?
Ivanov: Riconosco il potere sovietico come qualsiasi altro potere e vi sono sottomesso.
Giudice: Condivide completamente la concezione del mondo del potere sovietico?
Ivanov: Non posso condividere completamente la concezione del mondo del potere sovietico, perché io sono una persona credente, mentre il potere sovietico è un potere senza Dio, che nega l’esistenza di Dio.


A questo punto viene introdotto come testimone il sacerdote Pavel Paradisov che appartiene alla chiesa filocomunista degli innovatori il quale, in conformità ai suggerimenti del partito, dichiara: “Vasilij Ivanov è un uomo mal disposto nei confronti del potere sovietico, perché considera che i sacerdoti vengano arrestati proprio perché sono sacerdoti”.
Materiale per condannare a morte l’imputato era più che sufficiente.
Vasilij Sergeevich Ivanov viene fucilato il 17 febbraio 1938 nel poligono Butovo di Mosca e sepolto in una fossa comune.


Autore:
Padre Romano Scalfi


Fonte:
www.culturacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2020-05-14

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