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> Home > Sezione Chiese Orientali Ortodosse > San Mina (Ivan Vasilevich Shelaev) Condividi su Facebook Twitter

San Mina (Ivan Vasilevich Shelaev) Sacerdote e martire

(Chiese Orientali)

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15 settembre 1882 - 4 novembre 1937


Il martire Mina (al secolo Ivan Vasilevich Shelaev) nasce il 15 settembre 1882 nel villaggio Peresvetovo, governatorato di Mosca, da famiglia di contadini. Quando Ivan compie tre anni la famiglia si trasferisce a Mosca e, purtroppo, dopo breve tempo il padre abbandona la moglie. La madre, per mantenere i figli trova lavoro presso una ricca famiglia di Mosca. Ivan frequenta la scuola elementare mostrando doti intellettuali superiori al normale e un grande desiderio di proseguire gli studi, ma la situazione familiare lo costringe a cercare lavoro in fabbrica. Ivan non demorde dalle sue aspirazioni culturali e, autodidatta, si prepara a sostenere come esterno gli esami per l’abilitazione all’insegnamento della religione. Ottiene i massimi voti. Da operaio ad insegnante e dopo qualche anno da insegnante a monaco. Nell’aprile del 1915 indossa la veste da monaco, prende il nome di Mina e nello stesso anno viene ordinato sacerdote (20 settembre) ed incaricato della missione fra i veterocredenti della diocesi di Rjazan’.
Allo scoppio della rivoluzione dell’ottobre 1917 padre Mina procede instancabile la sua missione. Nel 1921 il monastero dove risiede viene chiuso dall’autorità sovietica e lui svolge il suo ministero pastorale nelle parrocchie dove i sacerdoti sono stati arrestati.
Fra i molti carismi di cui godeva padre Mina aveva anche il dono di guarire gli ammalati: anche per questo era molto amato dalla gente, ma non altrettanto dal partito comunista. Anche per questa sua dote curativa il 5 gennaio 1936 viene arrestato assieme ad altri 27 sacerdoti della diocesi di Rjazan’. In più è accusato di propaganda antisovietica fra la popolazione, di aver accusato il partito comunista di combattere la religione e di possedere una nutrita biblioteca religiosa della quale si serve per fare della propaganda religiosa indebita.
Dall’ dell’interrogatorio del gennaio 1936 rileviamo il comportamento dignitoso e coraggioso di padre Mina: “Non nego di aver espresso la mia insoddisfazione quando chiusero le chiese e una buona parte di esse furono consegnate agli innovatori. Durante conversazioni con amici ho espresso di frequente la mia insoddisfazione per queste azioni del partito sovietico”.
Dal protocollo del 13 gennaio: “Riconosco il potere sovietico, ma come credente sono contrario alle azioni del potere sovietico a riguardo della chiusura delle chiese ottenuta con la violenza e contro il desiderio dei credenti”.
Il 4 aprile 1936 tutti i 27 sacerdoti arrestati sono condannati a vari anni di lager. Padre Mina è condannato a 5 anni di lager da scontarsi nel lager di Suslovsk (regione della Siberia occidentale).
Nel settembre 1937 nel lager dove risiede padre Mina, il Vescovo Serafim Samojlovich è accusato di essere a capo di una banda antirivoluzionaria che sabota il lavoro e svolge propaganda antisovietica e religiosa. 12 persone di questo gruppo vengono condannate alla fucilazione. Fra queste si trovano il vescovo Serafim, il sacerdote Aleksandr Andreev e padre Mina Shelaev. Sono fucilati il 4 novembre 1937 e sepolti in fossa comune.


Autore:
Padre Romano Scalfi


Fonte:
www.culturacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2020-05-13

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