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San Paolo Dobromyslov Sacerdote e martire

(Chiese Orientali)

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17 giugno 1877 - 2 febbraio 1940


Pavel Nikolaevich Dobromyslov nasce il 17 giugno 1877. Nel 1890 entra nel seminario teologico di Rjazan’, termina gli studi brillantemente e nel 1897 passa all’Accademia teologica di Mosca. Nel 1901 viene ordinato sacerdote dopo aver sposato Klavdija Shuvalova dalla quale avrà sei figli. Come prima attività gli viene assegnato l’insegnamento di religione nel ginnasio diocesano di Rjazan’, ma in seguito di anno in anno gli sono affidate sempre nuove responsabilità: presidente della commissione missionaria, insegnante di diritto nel ginnasio maschile diocesano, membro della commissione formativa del seminario teologico di Rjazan’ ed altri incarichi che confermano la stima che padre Pavel godeva presso il suo vescovo. Da tener presente che oltre a tutti gli incarichi che gli piovevano dall’alto, per 12 anni padre Pavel è parroco impegnato nella chiesa di S. Nikola di Rjazan’. E’ rimasta la predica d’addio ai parrocchiani, dalla quale traduciamo: “Mentre sto per lasciarvi, guardo indietro ai dodici anni che ho trascorso con voi, sono gli anni più belli della mia vita. Nonostante la mia giovane età mi avete accolto con un amore tenero che io ho sperimentato per tutto il tempo che ho trascorso fra voi e che mi ha sempre sostenuto nei momenti più difficili della vita. Grazie per la benevola attenzione che sempre mi avete riservato. In particolare esprimo la mia profonda cordiale riconoscenza per le vostre preghiere che sempre mi hanno accompagnato. Ho sempre avuto bisogno del vostro sostegno e amavo pregare con voi in questa chiesa…
L’anno 1917 segna anche per padre Pavel l’inizio del suo calvario. Le chiese e le istituzioni ecclesiastiche vengono soppresse e padre Pavel si trova senza lavoro con una famiglia di otto persone che deve mantenere. Trova un’occupazione statale come ragioniere e nel tempo libero continua a svolgere il suo servizio sacerdotale visitando le famiglie più bisognose. Nel 1919 l’armata rossa occupa la città di Rjazan’ e con l’avvicinarsi dei bianchi le persone più in vista della città vengono imprigionate come ostaggi e trasportate nelle prigioni di Mosca. Fra queste si trova pure padre Pavel che viene liberato dopo appena tre mesi e così può riprendere il suo lavoro da ragioniere. La situazione religiosa che egli trova ritornando dalla prigione è peggiorata perché una buona parte delle chiese rimaste aperte vengono dai comunisti consegnate ai preti innovatori filocomunisti che si erano staccati dalla giurisdizione del Patriarca di Mosca. Perfino il vescovo legittimo era stato sostituito con un vescovo innovatore.
Nel 1922 padre Pavel è nominato parroco nella chiesa dell’Annunciazione di Rjazan’. Lascia il suo lavoro laico di ragioniere e consacra tutto il suo tempo al servizio che il vescovo legittimo gli aveva affidato: adoperarsi per il ritorno degli innovatori in seno alla Chiesa madre. Dopo breve tempo riesce a convertire il vescovo Ioann Trojanskij che resterà poi per sempre fedele alla Chiesa patriarcale di Mosca. Dopo il vescovo Ioann molti fedeli ritornano nell’ovile dei padri.
Il 28 marzo 1922 sulle Izvestija appare per la prima volta un lungo elenco dei nemici del popolo. Il primo della lista è il Patriarca Tichon. Ai sacerdoti si proibisce di far memoria di lui durante la celebrazione della Divina Liturgia. Padre Pavel si rifiuta di obbedire e per questo motivo il 17 marzo1925 viene arrestato. Dopo meno di un mese viene liberato, ma nello stesso anno, in autunno si apre il processo contro la cancelleria della diocesi. Oltre al vescovo sono arrestate le persone più eminenti della diocesi, fra i quali anche padre Pavel che viene condannato a tre anni di lager da scontarsi alle isole Solovki. Nella primavera del 1929 padre Pavel può ritornare a Rjazan’, ma non per molto perché nel 1930 viene nuovamente arrestato e condannato ad altri tre anni di lager nel Kazakistan. Al ritorno nel 1933 viene nominato parroco nella chiesa che già conosceva, la chiesa dell’Annunciazione, ma dopo due anni è costretto a ritirarsi e lasciare il posto ad un sacerdote innovatore. Dal febbraio 1936 è nominato parroco della chiesa dedicata alla Madre di Dio di Kazan’. Nella primavera dell’anno seguente si apre un processo contro quasi tutti i sacerdoti ancora a piede libero
Il 26 marzo 1938 padre Pavel viene nuovamente arrestato e il 29 maggio dello stesso anno è condannato a 8 anni di lager da scontarsi nel Kazakistan. Il 2 febbraio 1940 la baracca dove si trova padre Pavel prende fuoco. Tutti gli altri detenuti riescono a salvarsi, ma non padre Pavel Dobromyslov.
Viene riabilitato il 18 dicembre 1992, canonizzato dalla Chiesa ortodossa di Mosca il 16 agosto 2000.


Autore:
Padre Romano Scalfi


Fonte:
www.culturacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2020-05-10

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