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> Home > Sezione Chiese Orientali Ortodosse > San Giovanni Dimitrovich Bogojavlenskij Condividi su Facebook Twitter

San Giovanni Dimitrovich Bogojavlenskij Sacerdote e martire

(Chiese Orientali)

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12 febbraio 1892 - 25 dicembre 1941


Ioann Dimitrovich Bogojavlenskij nacque il 12 febbraio 1892 nel villaggio Vetrino, governatorato di Jaroslav. Suo padre era sacerdote, ma lui non desiderava seguire le orme paterne, lo attirava maggiormente la vita secolare. Studiò nella scuola ortodossa e per alcuni anni insegnò nelle scuola elementare. Nel 1919 passò nella scuola media superiore di stato insegnante di storia generale, storia del socialismo, economia politica e geografia. Subiva anche lui l’aria della cultura che spirava verso la sinistra; non di rado succedeva anche per i figli dei preti. Continuava però a frequentare la chiesa. Con lo scoppio della persecuzione la sua fede divenne più solida e ragionevole. Le derisioni dei colleghi, degli alunni progressi e i solleciti inviti di chi teneva il potere
lo costrinsero ad abbandonare la scuola di stato.
Nel gennaio 1922 ritorna al villaggio per vivere nella casa paterna ed aiutare il padre nella sua funzione sacerdotale. Nell’aprile muore il padre e decide di sostituirlo. All’inizio di maggio sposa Nina Nikolaevna Semenovka, figlia di un sacerdote del luogo e alla fine di maggio (nello stesso mese) viene ordinato sacerdote. In tempi difficili non si può perdere tempo!
In quei tempi, fra gli obblighi del prete, c’era anche quello di portare all’ammasso comunale (comunista) un determinato quantitativo di legna. Padre Ioann non riesce a fare, oltre al prete, anche il boscaiolo, e come pena viene condannato ad un anno di lager. Siamo nell’anno 1930. La popolazione protesta energicamente e dopo qualche mese è liberato. Però non gli è concesso di ritornare al proprio paese, ma deve cercarsi una sistemazione ai confini della provincia. Il vescovo lo consiglia di trovare fuori diocesi una parrocchia che gli possa assicurare una certa tranquillità e gli propone il villaggio Ramen’e nella diocesi di Tver. Qui, come altrove, i fedeli lo circondano di stima e di affetto. Non altrettanto i rappresentanti del potere rosso
Nel marzo 1931 viene padre Ioann viene arrestato e condannato a fare il boscaiolo in una regione non molto lontana. I fedeli non dimenticano il loro parroco e gli fanno avere i viveri necessari per compiere con le dovute forze il lavoro pesante del boscaiolo (allora non esistevano ancora le motosega). Il 27 aprile 1932, allo scadere della pena, viene liberato e padre Ioann può ritornare in parrocchia.
Il 15 agosto 1934 è nuovamente arrestato su denuncia del direttore della scuola che considerava, per i ragazzi, una mancanza di libertà il fatto che accanto all’edificio della scuola sorgesse l’edificio della chiesa. Imprigionando il prete la chiesa sarebbe stata chiusa e in questo modo eliminato lo scandalo. Nei lunghi interrogatori che si protraggono per mesi, si intravede il desiderio del giudice di assolvere l’imputato; nelle risposte di padre Ioan trapare la sua fede semplice e robusta: “Io voglio essere un vero sacerdote della Chiesa ortodossa e non intendo in alcun modo allontanarmi da essa. Intendo servirla, se mi sarà concesso, fino all’ultimo giorno della mia vita… Mi è difficile comprendere il nuovo governo. Prima mi era chiaro; a comandare c’era lo zar e basta. Il potere sovietico mi interessa poco; per me fa lo stesso; prima comandava lo zar, ora comanda il potere sovietico o forse qualcun altro. Come vissi sotto lo zar, così vivo ora. Io sono votato alla Chiesa ortodossa; continuerò a servirla fino alla fine della vita”. Padre Ioan venne liberato il 2 ottobre 1934 e potè riprendere il suo servizio nella parrocchia di Ramen’e. Ma non per molto.
L’8 marzo 1935 è nuovamente incarcerato. L’accusa questa volta è più fondata: il parroco tenendo il registro dei battezzati, dei matrimoni e dei defunto ha preteso svolgere una mansione amministrativa spettante unicamente allo stato. (Negli anni seguenti lo stesso regime imporrà ai parroci di tener aggiornati gli stessi registri e metterà in prigione coloro che non l’avrebbero fatto. La logica non è mai stato il punto forte dei comunisti). Dobbiamo riconoscere che il giudice, anche in questo caso fu onesto: Dopo sei mesi di prigione, nel settembre 1935, padre Ioan fu liberato.
L’anno 1936 non passò del tutto tranquillamente. Il partito, sempre per il bene del popolo, pensò di aumentare mensilmente le tasse sulla chiesa, al punto che la chiusura della chiesa sembrava imminente per l’impossibilità di pagare la cifra esorbitante. Miracolosamente, grazia allo straordinario spirito di sacrificio dei fedeli, all’ultimo momento si trovò sempre il necessario per soddisfare le brame del partito.
Anno 1937. L’anno in cui prova più che sufficiente per essere condannati era essere preti.
Il 12 novembre 1937 padre Ioan venne arrestato.
Il 25 novembre venne condannato a dieci anni di lager. Dall’inizio del 1938 fu condannato a lavori particolarmente pesanti. Morì di stenti e di fame nel lager il 25 dicembre 1941. Aveva 49 anni.


Autore:
Padre Romano Scalfi


Fonte:
www.culturacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2020-05-08

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