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Maria Beatrice Vittoria di Savoia Duchessa di Modena e Reggio

Testimoni

Torino, 6 dicembre 1792 – Battaglia Terme, Padova, 9 settembre 1840


In un ritratto ufficiale, Maria Beatrice di Savoia ha alle spalle una piccola statua rappresentante la Fede e forse questo era noto all’oratore incaricato della commemorazione funebre della principessa sabauda divenuta duchessa di Modena, Reggio, Mirandola, Massa e Carrara. Né coincidenze, né facile retorica, fin dai primi anni di vita la Fede cattolica su essenza di tutta una vita. Leggiamo nell’orazione: “La più viva religione fu sempre la chiave che apriva il suo cuore all’amore di Dio e del prossimo e lo chiudeva alle vanità del fasto terreno”.
Maria Beatrice Vittoria Giuseppina nacque a Torino il 6 dicembre 1792, primogenita di Vittorio Emanuele di Savoia e di Maria Teresa d'Asburgo-Este. Suoi nonni paterni erano Vittorio Amedeo III e la regina Maria Antonietta di Borbone-Spagna; i materni l'arciduca Ferdinando e la principessa Maria Beatrice d'Este. Maria Beatrice visse a Torino fino all’età di sei anni, educata cristianamente dalla mamma e dalla zia, la Venerabile Maria Clotilde di Borbone. La sua vita, fin da bambina, risentì delle grandi trasformazioni politiche d’Europa. Con la famiglia emigrò in Sardegna nel 1799, lozio Carlo Emanuele IV era stato spodestato da Napoleone e il padre, benché esule, era diventato Re. Anche per la giovane Beatrice fu stabilito un matrimonio che, come consuetudine, era un patto politico. Il 20 giugno 1812 – giorno caro a Casa Savoia perché solennità della Vergine Consolata – sposò l'arciduca Francesco, figlio di Ferdinando d'Asburgo-Lorena e di Maria Beatrice d'Este. Il papa dovette dare una dispensa per via della parentela tra gli sposi che rimasero in Sardegna per un anno, fino al 15 luglio del 1813, quando intrapresero un viaggio diretti a Vienna. Il 15 luglio 1814 entrarono solennemente in Modena, lo sposo era ormai il Duca Francesco IV, anche se Beatrice visse sempre lontana dalla politica. Dovettero lasciare, per breve tempo, la loro capitale, causa la fugace invasione di Murat, tornarono poi sul trono il 15 maggio 1815. Qualche giorno dopo ricevettero la visita di papa Pio VII che veniva da Torino. Memorabili furono quell’anno in città le celebrazioni per la Solennità del Corpus Domini, la processione fupresieduta dal pontefice. Maria Beatrice accompagnò il SS. Sacramento indossando il suo prezioso abito da sposa, incurante che fosse piovuto e il fango coprisse le strade. Il papa in quei giorni fu ospite nel loro palazzo e per Beatrice non poteva esserci gioia più grande. Amò sempre partecipare alle processioni del Corpus Domini, nulla poteva distoglierla, neppure il caldo o le indisposizioni di salute. La sua fede si manifestava anche con una grande devozione alla Madonna, che chiamava “la sua speranza”. Per mezzo di fidati sacerdoti, in anonimato, soccorse per anni i poveri della città, per loro “fu in ogni tempo madre affettuosa”. Aiutò inoltre, con regolarità, le orfanelle di S. Paolo. Fu sempre molto amata dal suo popolo per la bontà di carattere.
Francesco e Maria Beatrice ebbero quattro figli, il secondogenito diverrà il futuro Francesco V d'Este, ultimo duca di Modena e Reggio. Erano anni di grandi sconvolgimenti politici e le notizie che giungevano dalla sua famiglia non erano confortanti. Il 13 marzo 1821 il padre Vittorio Emanuele I, in seguito ai moti insurrezionali, abdicò in favore del fratello Carlo Felice, la sua salute declinò e morì a Moncalieri il 10 gennaio 1824. La madre con le sorelle, la beata Maria Cristina e Maria Anna, dopo un breve soggiorno a Modena, si stabilirono a Genova. Scoppiate nuove insurrezioni nel 1831, anche Beatrice dovette lasciare Modena e andò a Gorizia, protetta dalla sorella Maria Anna che nel frattempo aveva sposato l’erede del trono austriaco. Maria Beatrice poté poi tornare a Modena. Nel 1836 pianse la morte dell’amata sorella Maria Cristina e anche la sua salute era compromessa. Decise di ritirarsi al Castello del Cattajo, colpitada “mal di petto” vi morì il 15 settembre 1840. Quel giorno, il vescovo Reggianini, suo confessore, celebrò la Messa accanto al letto e le diede l’estrema unzione.
La salma fu portata a Modena e tumulata nella Chiesa di San Vincenzo. Il vescovo di Massa, Francesco Strani, diene notizia della morte alla sua diocesi con Lettera Pastorale datata 17 settembre 1840. Anche ai bisognosi di Massa Maria Beatrice aveva elargito generose beneficienze. Per la Messa di trigesima, in san Domenico di Modena, si costruì il consueto apparato funebre in cui fu posto un dipinto in chiaro scuro, raffigurante il trapasso: Maria Beatrice, circondata dai suoi cari, in cielo le Beate della Casa d’Este e la Beata Margherita di Savoia, di cui in vita era stata devota.


Autore:
Daniele Bolognini

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Aggiunto/modificato il 2020-05-07

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