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Beata Benigna Cardoso da Silva Vergine e martire

24 ottobre

Santana do Cariri, Brasile, 15 ottobre 1928 – 24 ottobre 1941

Benigna Cardoso da Silva nacque il 15 ottobre 1928 a Santana do Cariri, nello Stato brasiliano del Ceará. Rimasta orfana molto presto, fu presa in adozione insieme ai fratelli maggiori. Di carattere riservato, amava aiutare in casa, per non essere di peso alla famiglia adottiva. Fu assidua alla Comunione frequente, specie nei Primi Venerdì del mese, in onore al Sacro Cuore di Gesù. Quando ebbe dodici anni, le si fece avanti come pretendente un ragazzo, Raul Alves Ribeiro, ma lei lo rifiutò. Poiché continuava a farle pressione, la ragazza si rivolse al suo confessore, don Cristiano Coêlho, il quale le suggerì di trasferirsi a Santana do Cariri con la scusa di continuare gli studi. Le regalò anche una Bibbia, che divenne il suo libro preferito. Dalle pagine della Scrittura, Benigna imparò come resistere alle profferte di Raul. Il 24 ottobre 1941, mentre si recava ad attingere acqua a una fontana, subì l’ultima aggressione, a cui, nuovamente, si oppose. Raul la colpì ripetutamente, poi fuggì, credendo che Benigna fosse morta. In effetti, fu ritrovata nello stesso posto, ormai dissanguata; aveva compiuto da poco tredici anni. La sua fama di santità e di martirio fu immediata. Raul Alves, dopo aver scontato la pena, tornò sul luogo del delitto, dichiarandosi pentito e convertito grazie a lei. Benigna fu beatificata presso il Parco delle Esposizioni Pedro Felicio Cavalcanti a Crato il 24 ottobre 2022, sotto il pontificato di papa Francesco. I suoi resti mortali sono venerati presso la Chiesa Madre di Santana do Cariri, intitolata a Sant’Anna.



I primi anni
Benigna Cardoso da Silva nacque a Santana do Cariri in Brasile, precisamente nello Stato del Ceará, il 15 ottobre 1928, figlia di José Cardoso da Silva e Thereza Maria da Silva. Perse il padre quando non aveva ancora un anno; non molto tempo dopo, rimase orfana anche di madre.
Insieme ai suoi quattro fratelli maggiori, venne adottata dalla famiglia Sisnando Leite, proprietaria di Oiti dos Cirineus, l’azienda agricola, nella frazione di Inhumas, dove avevano lavorato i suoi genitori. Trascorse un’infanzia tranquilla, tra giochi, gite e passatempi insieme a Irani e Terezinha (detta Tetê) Cisnando, le sue sorellastre.

Il suo aspetto fisico
A loro e a Nair Sobreira, un’altra amica d’infanzia, si deve la descrizione delle sue caratteristiche fisiche, estremamente preziosa, dato che non esistono sue fotografie. Benigna era di media statura, magra, con capelli castano chiaro, leggermente mossi, e occhi castani, viso tondo e mento aguzzo. Aveva poi un occhio leggermente strabico.
Modesta per natura, timida, riservata e riflessiva, non indossava abiti senza maniche, corti o scollati. La sua generosità, il suo fascino e la sua simpatia la resero cara e amata da familiari, amici e conoscenti.

Vita in famiglia e vita di fede
A casa, svolgeva bene tutte le faccende domestiche, per non essere di peso alla sua famiglia adottiva. Era una brava ragazza, obbediente e disponibile.
Estremamente religiosa e timorata di Dio, aveva un grande desiderio di ricevere la Prima Comunione: dopo che quel sogno si fu avverato, la bambina s’impegnò a seguire alla lettera i comandamenti divini.
Faceva penitenza i primi venerdì del mese in devozione al Sacro Cuore di Gesù, sempre in compagnia della sua “madrina Ozinha” e di “zia Bezinha”. Era assidua alla partecipazione eucaristica.

Il sostegno nella prova dalla Parola di Dio
A dodici anni, ormai in grado di leggere e scrivere, Benigna cominciò a essere infastidita da Raul Alves Ribeiro, un ragazzo più grande di lei di circa quattro anni, che le proponeva spesso di avere appuntamenti con lui. Lei, però, non voleva avere a che fare con quel ragazzo, perché si riteneva troppo piccola per un impegno sentimentale e per quel che ne conseguiva.
Chiese subito aiuto al vicario della sua parrocchia, don Cristiano Coêlho, che era anche il suo confessore. Quest’ultimo le propose innanzitutto di venire a studiare a Santana do Cariri, in modo da allontanarsi dal villaggio e da colui che era diventato un vero e proprio persecutore.
Le regalò anche una Bibbia, che Benigna tenne sempre con cura. Tra le sue pagine, la ragazza trovò gli insegnamenti che le permettevano di resistere a Raul e di rafforzare la propria fede sempre di più. Amava anche raccontare gli episodi biblici agli altri bambini.

Benigna a scuola
Mentre era sulla strada per andare a scuola, Benigna non lasciava che i suoi compagni maltrattassero le piante o strappassero fiori o rami. In classe era una studentessa attenta, puntuale e collaborativa.
Cercava di evitare che i compagni subissero punizioni corporali, come essere picchiati a colpi di pagaia o essere messi in ginocchio sui chicchi di mais; quando però li vedeva costretti a questo, piangeva per loro.

Il martirio
Nel pomeriggio di venerdì 24 ottobre 1941, dopo che tutti i suoi approcci erano risultati vani, Raul decise di appostarsi nella boscaglia vicina al pozzo dove sapeva che Benigna sarebbe andata ad attingere acqua, non lontano da casa sua.
Quando la vide arrivare con la brocca sulla schiena, vestita con un abito rosso a pallini bianchi, si avvicinò a lei col pretesto di aiutarla: in realtà, la aggredì fisicamente. Più lei si rifiutava, più lui insisteva per violentarla.
Benigna riuscì a sfuggirgli e scappò, ma lui, comprendendo che non l’avrebbe mai avuta, afferrò il machete che aveva con sé: le recise prima due dita della mano sinistra, quindi la colpì alla fronte, sulla schiena e al collo, quasi decapitandola; quindi fuggì, credendola morta.
Il cadavere di Benigna venne trovato poco dopo e sepolto, nella mattina di sabato 25 ottobre, presso il cimitero pubblico di San Michele, a Santana do Cariri, nella tomba della sua famiglia adottiva.

La sua fama di martirio e di santità
L’intera comunità civile e cristiana di Santana do Cariri fu sconvolta dall’accaduto, ma fu anche intimamente convinta che Benigna fosse morta, a tredici anni appena compiuti, per difendere la propria castità, segno della sua fede.
Don Cristiano Coêlho registrò la sua morte sul registro dei Battesimi, con queste parole: «Morì martire alle ore 4 del pomeriggio del 24 ottobre 1941. Eroina della castità. Che la sua santa anima converta questa parrocchia e sia di protezione ai bambini e alle nostre famiglie. Questi sono i voti che faccio alla nostra santina».
Sulla sua tomba e sul luogo dell’uccisione continuavano a sostare in preghiera moltissime persone, che spesso affermavano di aver ottenuto grazie per sua intercessione.
Quanto a Raul Alves, fu arrestato e condotto in un riformatorio a Maracanaú, nella Regione Metropolitana di Fortaleza. Cinquant’anni dopo l’accaduto, tornò sul luogo del delitto, per chiedere perdono a Benigna, raccontare il proprio pentimento e descrivere come, nei momenti di sconforto, ricorreva a lei.

La causa di beatificazione nella fase diocesana
A fronte della perdurante fama di martirio che circondava Benigna oltre settant’anni dopo la sua uccisione, comprovata anche dagli affollati pellegrinaggi specialmente nell’anniversario della nascita e della morte, la diocesi di Crato, nel cui territorio si trova Santana do Cariri, procedette all’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione.
Monsignor Vitaliano Matteoli, missionario “fidei donum” del Vicariato di Roma, che si era appassionato alla sua storia, aveva raccolto sin dal 2010 la documentazione necessaria per dimostrare anzitutto che Benigna era esistita veramente, quindi le testimonianze su di lei e le relazioni delle grazie.
Fino alla morte, avvenuta il 5 dicembre 2014, fu postulatore della sua causa: in tale veste, promosse anche la traslazione dei resti mortali di Benigna dal cimitero alla Chiesa Madre di Santana do Cariri, intitolata a Sant’Anna.
Ottenuto il nulla osta dalla Santa Sede, fu quindi aperta l’inchiesta diocesana il 16 marzo dello stesso anno, conclusa poi il 21 settembre, sempre del 2013. La Congregazione delle Cause dei Santi approvò la validità giuridica degli atti col decreto del 23 gennaio 2015.

Il decreto sul martirio
Il 18 ottobre 2018 il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi si espresse favorevolmente circa il presunto martirio di Benigna. I Cardinali e i Vescovi della stessa Congregazione, nella Sessione Ordinaria del 24 settembre 2019, riconobbero che la fedeltà a Cristo e agli insegnamenti della Chiesa fu la profonda motivazione della sua uccisione.
Il 2 ottobre 2019, in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto sul martirio di Benigna.

La beatificazione
La Messa con il Rito della Beatificazione, inizialmente prevista per il 21 ottobre 2020 ma rimandata a causa della pandemia da nuovo coronavirus, fu celebrata il 24 ottobre 2022 presso il Parco delle Esposizioni Pedro Felicio Cavalcanti a Crato. A presiederla come delegato del Santo Padre fu il cardinal Leonardo Ulrich Steiner, arcivescovo di Manaus.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2022-10-24

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