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Beata Patrocinio (María) Vilanova Alsina Vergine e martire

31 luglio

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Sant Feliu de Codines, Spagna, 13 aprile 1877 – Barcellona, Spagna, 31 luglio 1936

María Vilanova Alsina nacque a Sant Feliu de Codines, in provincia di Barcellona e diocesi di Vic, il 13 aprile 1877, in una numerosa famiglia di contadini. Entrò a trentun anni tra le Terziarie Cappuccine della Madre del Divin Pastore (poi Suore Cappuccine della Madre del Divin Pastore) perché, dopo aver perso la madre a undici anni, era l’unica donna di casa. Il 30 novembre 1908 vestì l’abito religioso e cambiò nome in suor Patrocinio. Il 31 dicembre 1909 professò i voti temporanei e, il 4 gennaio 1915, quelli perpetui. Come suora conversa, fu incaricata dei servizi più umili, che svolgeva cercando di restare in unione con Dio. Allo scoppio della guerra civile spagnola si trovava nella casa di Sarrià, vicino Barcellona, ma dovette lasciarla insieme alle consorelle. Fu ospitata prima da una famiglia amica, poi dai suoi fratelli, che abitavano nella cittadina di Sants. Per non esporli al rischio di venire catturati, si congedò da loro lasciando un biglietto d’addio. Si diresse quindi all’Ospedale Clinico di Barcellona, dove voleva prestare servizio come infermiera, ma le fu impedito: evidentemente, era stata riconosciuta come religiosa, benché indossasse abiti secolari. Le circostanze esatte della sua morte sono sconosciute, ma il suo cadavere fu portato all’Ospedale Clinico il 31 luglio 1936. Suor Patrocinio e altre due Cappuccine della Madre del Divin Pastore, suor Andrea Solans Ballesté e suor Maria Ausilio Noguera Manubens, incluse in un gruppo di sedici martiri uccisi durante la guerra civile, sono state beatificate il 10 novembre 2018 a Barcellona, sotto il pontificato di papa Francesco. La loro memoria liturgica cade il 6 novembre, giorno in cui tutte le diocesi spagnole ricordano i Martiri del XX secolo.



María Vilanova Alsina nacque a Sant Feliu de Codines, in provincia di Barcellona e diocesi di Vic, il 13 aprile 1877, in una numerosa famiglia di contadini. Due giorni dopo fu battezzata nella parrocchia di San Felice coi nomi di María, Magdalena e Juana. A tre anni, il 30 agosto 1880, ricevette il Sacramento della Cresima.
A sette anni cominciò le elementari nella scuola pubblica del paese, ma dovette presto interrompere gli studi: il 12 aprile 1888, infatti, rimase orfana di madre. In quanto unica figlia femmina, assunse su di sé, nonostante la giovanissima età, la conduzione degli affari domestici. Il 2 dicembre 1888 ricevette la Prima Comunione.
A causa dei lutti in famiglia – otto anni dopo la madre era morto anche il fratello maggiore, Andrés, sposato e con tre figli – María maturò precocemente, ma quando possibile partecipava con le amiche a qualche divertimento. Cercava di fare sempre del suo meglio, sorridendo al prossimo.
Il 15 aprile 1908, suo padre si presentò dal parroco di San Felice per dichiarare il proprio assenso affinché lei potesse entrare tra le Terziarie Cappuccine della Madre del Divin Pastore (poi Suore Cappuccine della Madre del Divin Pastore).
Maria aveva ormai trentuno anni, ma aveva anteposto la realizzazione della propria vocazione al bene della famiglia. Il 27 luglio 1908, già arrivata nella casa di noviziato di Sarrià, scrisse al vescovo di Barcellona per essere ammessa come postulante.
Dopo i sei mesi di postulandato, il 30 novembre 1908 vestì l’abito religioso e cambiò nome in suor Patrocinio. Il 31 dicembre 1909 professò i voti temporanei e, il 4 gennaio 1915, quelli perpetui, sempre nella casa di Sarrià.
A causa della sua scarsa istruzione, entrò a far parte della classe delle suore converse, prevista nel suo e in altri Istituti religiosi all’epoca. Mentre le suore coriste erano incaricate dell’insegnamento alle bambine, le converse dovevano prestare i servizi più umili, ma non meno necessari.
Suor Patrocinio pregava costantemente: anche quando era impegnata in cucina, ad esempio a pelare le patate, dava l’impressione di essere raccolta in preghiera. Una consorella, suor Montserrat Malet, un giorno le si sedette accanto, perché le piaceva sentirla mormorare le Ave Maria e alcune giaculatorie. Di tanto in tanto alzava la voce perché l’altra suora la sentisse, oppure mormorava, riecheggiando il Salmo 84: “Vale più vivere un giorno nella casa del Signore, che mille in casa mia”.
Tuttavia, anche per le Cappuccine della Madre del Divino Pastore di Sarrià si avvicinava la persecuzione conseguente alla guerra civile spagnola. Le novizie, preoccupate di quel che sentivano dire dall’esterno, organizzarono una veglia di preghiera la sera del 18 luglio 1936. Il giorno seguente tutto sembrava andare tranquillamente, almeno fino all’ora di pranzo.
La superiora generale, madre Maria Loreto Sammartí, diede l’ordine che ciascuna suora andasse nella propria cella e vestisse gli abiti secolari che erano stati forniti per la circostanza. Poi la comunità si disperse, mentre le suore si scambiavano il loro arrivederci in Cielo.
Suor Patrocinio, insieme a suor Dolores Massó, fu destinata all’abitazione della famiglia Aumedes, non molto lontana dalla loro casa. Il 20 luglio si riunirono con la maggior parte delle suore nella cappella della scuola, per l’Eucaristia celebrata a porte chiuse per non correre rischi. In effetti, di lì a poco, fu data alle fiamme.
Suor Patrocinio mantenne il suo abituale atteggiamento di preghiera, recitando spesso il Rosario, anche in compagnia della famiglia che l’ospitava. Tuttavia, aveva alcuni fratelli che vivevano nella vicina Sants: pensò allora di raggiungerli, per non farli preoccupare. Ipotizzando che la sua fine fosse ormai vicina, chiese a suor Dolores di cucirle un piccolo crocifisso nella biancheria, poi partì.
Dopo qualche giorno, comprese di non dover mettere in pericolo nemmeno i suoi fratelli: così, approfittando del fatto che erano andati a lavorare, lasciò loro un biglietto di commiato e se ne andò a sua volta.
Desiderosa di prestare il proprio aiuto al prossimo, si recò all’Ospedale Clinico di Barcellona, ma le fu risposto che non c’era lavoro per lei: evidentemente, era stata riconosciuta come religiosa per il suo comportamento.
Le circostanze precise della sua uccisione restano sconosciute. Il suo cadavere, portato all’Ospedale Clinico il 31 luglio 1936, venne segnato col numero 4102, ma solo al termine della guerra, ossia dopo il 1939, poté essere identificato.
Altre due Cappuccine della Madre del Divin Pastore, suor Andrea Solans Ballesté e suor Maria Ausilio Noguera Manubens, che risiedevano nella comunità di Premià de Mar, vennero a loro volta catturate e uccise lo stesso giorno, in un’altra località.
Le tre consorelle sono state inserite nella causa di beatificazione e canonizzazione volta ad accertare il martirio di tredici candidati agli altari, morti nella medesima persecuzione e vissuti nella diocesi di Barcellona. A capo del gruppo è stato posto padre Teodoro Illera del Olmo, superiore della comunità di Sant Feliu de Llobregat della Congregazione di San Pietro in Vincoli.
Il nulla osta per l’avvio della causa rimonta all’8 marzo 2006. Il 26 ottobre dello stesso anno è stato emesso il nulla osta anche per tre laici che avevano ospitato e aiutato alcuni religiosi della Congregazione di San Pietro in Vincoli, che sono stati quindi inclusi nella causa.
Il processo diocesano per padre Teodoro Illera del Olmo e quindici compagni, dunque, è stato aperto a Barcellona il 25 gennaio 2007 e concluso il 26 novembre 2010. Il decreto di convalida degli atti dell’inchiesta porta la data del 27 giugno 2012.
La “Positio super martyrio”, trasmessa nel 2016, è stata quindi esaminata dai Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, poi dai cardinali e dai vescovi membri della stessa Congregazione.
Il 18 dicembre 2017, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui i sedici Servi di Dio, incluse quindi le tre Cappuccine della Madre del Divin Pastore, potevano essere dichiarati martiri.
La loro beatificazione è stata celebrata nella basilica della Sagrada Familia di Barcellona il 10 novembre 2018. A presiedere il rito in qualità d’inviato del Santo Padre, il cardinal Giovanni Angelo Becciu, successore del cardinal Amato come Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
La loro memoria liturgica cade il 6 novembre, giorno in cui tutte le diocesi spagnole ricordano i Martiri del XX secolo.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2018-11-08

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