Home . Onomastico . Emerologico . Patronati . Diz.Nomi . Ricerca . Ultimi . Più visitati




Newsletter
Per ricevere i Santi di oggi
inserisci la tua mail:


E-Mail: [email protected]


> Home > Sezione R > Beato Raimondo Vincenzo Vargas González Condividi su Facebook Twitter

Beato Raimondo Vincenzo Vargas González Giovane laico, martire

1 aprile

>>> Visualizza la Scheda del Gruppo cui appartiene

Ahualulco de Mercato, Messico, 22 gennaio 1905 - Guadalajara, Messico, 1° aprile 1927

Ramón Vicente Vargas González nacque a Ahualulco de Mercato, presso Jalisco, il 22 gennaio 1905, ma si trasferì a nove anni nella città di Guadalajara, con la famiglia. Seguì le orme del padre, affermato medico, nutrendo una spiccata predilezione per i più poveri. All’impegno come membro dell’Associazione Cattolica della Gioventù Messicana affiancava un carattere aperto e gioviale. Fu arrestato insieme ai suoi fratelli, Jorge e Florentino, il 1° aprile 1927: la sua famiglia, infatti, aveva dato ospitalità all’avvocato Anacleto González Flores, avverso al regime del presidente Calles. Florentino fu rilasciato all’ultimo momento, perché Ramón si sostituì a lui. Insieme a suo fratello, al loro ospite e a un altro amico, Luis Padilla Gómez, vennero fucilati nel cortile della prigione. Al momento di essere fucilato, Ramón fece il segno della croce; aveva 22 anni. Fu beatificato il 20 novembre 2005 a Guadalajara, sotto il pontificato di Benedetto XVI, insieme ai suoi compagni di martirio e ad altri nove, tra laici e sacerdoti, uccisi nella medesima persecuzione. I resti mortali dei Beati fratelli Vargas González sono venerati nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi ad Ahualulco de Mercato.



Nel contesto della persecuzione religiosa messicana, provocata dalla nuova costituzione promulgata nel 1917, parecchi cristiani subirono il martirio. Tra essi rifulge un gruppo comprendente quattro fedeli laici dell’arcidiocesi di Guadalajara, tutti cristiani integerrimi, attivamente impegnati nella difesa della libertà religiosa e della Chiesa, che furono uccisi per la loro fede il 1° aprile 1927.
Uno di essi è Ramón Vicente Vargas González, che nacque ad Ahualulco il 22 gennaio 1905, settimo di undici fratelli. Tre caratteristiche lo distinsero dagli altri: il colore rosso dei capelli, che gli valse il soprannome di “Colorado”, l’elevata statura e la giovialità.
Era figlio di un onorato medico, Antonio Vargas Ulloa, e di Elvira González Arrias, donna coraggiosa, integra e compassionevole, quasi paragonabile alla madre dei biblici fratelli Maccabei. Quando ancora era bambino, precisamente a nove anni, si trasferì con la famiglia a Guadalajara.
Ramón decise in seguito di seguire le orme paterne, entrando nella facoltà di Medicina. Si distinse per il suo buon umore, il suo cameratismo e la sua chiara identità cattolica (era membro dell’Associazione Cattolica della Gioventù Messicana). Non appena possibile, si occupò gratuitamente della salute dei poveri.
A ventidue anni, ormai prossimo a concludere gli studi universitari, accolse in casa l’avvocato Anacleto González Flores, oppositore delle misure repressive in materia di libertà religiosa volute dal Presidente della Repubblica Plutarco Elías Calles. Lui notò subito le doti di Ramón e gli propose di lavorare negli accampamenti della resistenza della guerra “cristera” come infermiere. Il giovane gli rispose: «Per lei faccio qualsiasi cosa, Maestro, ma darmi alla macchia no».
La mattina di venerdì 1° aprile 1927, un gruppo di poliziotti prese possesso della casa dei Vargas González, la perquisì e arrestò quanti vi abitavano. Ramón mantenne la calma nonostante la sua indignazione. Approfittando del tumulto, riuscì a fuggire in strada senza che i suoi sequestratori se ne accorgessero, ma poco dopo tornò sui suoi passi e si consegnò loro volontariamente.
I fratelli Florentino, Jorge e Ramón Vargas González furono rinchiusi nella stessa cella della caserma Colorado, colpevoli appunto di aver dato ospitalità a un cattolico perseguitato. Alcune ore dopo, furono rinchiusi nella cella accanto alla loro sia Anacleto González Flores, sia José Dionisio Luis Padilla Gómez, socio fondatore e membro attivo dell’Associazione Cattolica della Gioventù Messicana.
Jorge, attraverso le sbarre, fece capire a Luis che sarebbero stati fucilati entro breve. Intuendo che era ormai imminente la sua fine, l’altro si dispiacque per non essersi confessato e comunicato, visto che era il primo venerdì del mese.
Anacleto lo confortò affermando: «No, fratello, non è più l’ora di confessarsi, ma di chiedere perdono e di perdonare. È un Padre e non un giudice che ti attende. Il tuo stesso sangue ti purificherà».
Jorge diede quindi ragione a Luis, unendosi al suo disappunto. Ramon replicò: «Non temere, se moriremo, il nostro sangue laverà le nostre colpe». Poi, girandosi verso una finestra, gridò: «Quanto a me, di fame non mi fanno morire; lo faranno coi fucili». Quindi, quasi in tono di sfida, si mise a mangiare un panino al formaggio.
L’integrità d’animo dei fratelli non venne mai meno, e nemmeno l’affetto che li legava. Infatti, quando il generale di divisione Jesús María Ferreira propose di liberare il minore tra loro, Ramón, che di fatto lo era, cedette il posto a Florentino. I quattro prigionieri vennero quindi condotti nel cortile della prigione e lì fucilati. Prima di essere ucciso, Ramón fece il segno della Croce.
Durante le esequie, la madre delle vittime, stringendo fra le sue braccia Florentino, il figlio superstite, esclamò: «Figlio mio! Quanto è stata vicina a te la corona del martirio! Devi essere più buono per meritarla». Il padre, venuto a conoscenza di come erano morti gli altri suoi due figli, constatò: «Ora so che non sono le condoglianze che mi devono dare, ma felicitazioni perché ho la fortuna di avere due figli martiri».
La causa dei fratelli Vargas González e dei loro due compagni fu compresa in un elenco di potenziali martiri della diocesi di Guadalajara, con Anacleto González Flores come capogruppo. Oltre a loro, erano annoverati altri quattro laici, ovvero Ezequiel Huerta Gutiérrez, Salvador Huerta Gutiérrez, Luis Magaña Servín e Miguel Gómez Loza.
L’inchiesta diocesana fu aperta il 15 ottobre 1994 e chiusa il 17 settembre 1997; il nulla osta dalla Santa Sede venne il 16 dicembre 1994. Il decreto di convalida degli atti dell’inchiesta fu emesso il 21 maggio 1999.
La “Positio super martyrio”, consegnata nel 2003, fu esaminata il 15 maggio 2004 dai Consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi e dopo un mese, il 15 giugno 2004, dai cardinali e dai vescovi membri della stessa Congregazione. Il 22 giugno 2004, il Papa san Giovanni Paolo II ha autorizzato la promulgazione del decreto per cui Jorge e gli altri sette laici potevano essere dichiarati martiri.
La loro beatificazione è stata celebrata il 20 novembre 2005, sotto il pontificato di Benedetto XVI, nello Stadio Jalisco di Guadalajara. Nella stessa celebrazione sono stati beatificati altri nove martiri uccisi nella stessa persecuzione religiosa.
I resti mortali del Beato Ramón Vargas González sono venerati nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi ad Ahualulco de Mercato, insieme a quelli di suo fratello, il Beato Jorge.


Autore:
Don Fabio Arduino

______________________________
Aggiunto/modificato il 2018-01-09

___________________________________________
Translate this page (italian > english) with Google


Home . Onomastico . Emerologico . Patronati . Diz.Nomi . Ricerca . Ultimi . Più visitati