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Beati Francesco Pak Gyeong-jin e Margherita Oh Sposi e martiri

28 settembre

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+ Juksan, Corea del Sud, 28 settembre 1868

Francesco Pak Gyeong-jin e Margherita Oh, nati nell’attuale Corea del Sud, rimasero fedeli alla religione cattolica anche in mezzo alle ricorrenti persecuzioni. Durante quella del 1868 dovettero fuggire in montagna coi loro figli, ma furono costretti a disperdersi. I due coniugi furono riuniti dai persecutori, che li misero in carcere e condannarono a morte: la sentenza fu eseguita il 28 settembre 1868. Inclusi nel secondo gruppo di 124 martiri coreani (tra i quali sono compresi gli sposi Pietro Jo Suk e Teresa Kwon Cheon-rye e Agostino Jeong Yak-jong, marito di santa Cecilia Yu So-sa), sono stati beatificati da papa Francesco il 16 agosto 2014, durante il suo viaggio apostolico in Corea del Sud.



A differenza di altri martiri coreani, non è dato sapere come Francesco Pak Gyeong-jin e Margherita Oh divennero cristiani. Le informazioni certe partono dal 1866, quando, per sfuggire alla persecuzione Byeongin, lasciarono la cittadina di Cheongju per trasferirsi, coi loro quattro figli, a Jeolgon, presso Jincheon (attuale Baekgok-myeon, Jincheon-gun). Là vissero tranquillamente per due anni, praticando la propria religione in segreto.
I rischi aumentarono nel 1868, con l’inasprirsi della persecuzione. Il 5 settembre (19 luglio secondo il calendario lunare) la polizia proveniente da Juksan, nel distretto di Gyeonggi, entrò a Jeolgol per catturare tutti i cattolici. La famiglia di Francesco fuggì verso le montagne, ma dovette disperdersi per mettersi in salvo. Margherita, che aveva trovato un riparo, venne arrestata mentre portava sulle spalle uno dei suoi figli e picchiata senza pietà.
Nel frattempo Francesco, preoccupato per la sorte dei suoi cari, scese a valle e fu ospitato da un uomo che non era cattolico. Costui lo rassicurò, suggerendogli di restare per la notte, in modo da osservare i movimenti del nemico; tuttavia, nel cuore della notte, lo denunciò alla polizia.
Francesco e Margherita vennero quindi trasportati a Juksan. Durante la prigionia, lui scrisse al suo fratello minore, Filippo: «Per favore, prenditi cura dei tuoi nipotini e venera il Signore con cuore sincero. Ubbidisci ai Comandamenti e seguimi». Scrisse anche ad Antonio, il maggiore dei suoi figli. Tutte le lettere, però, andarono perdute in un incendio durante la persecuzione, insieme ad alcuni oggetti sacri.
I due sposi, dopo aver sopportato terribili torture, patirono il martirio a Juksan il 28 settembre 1868 (13 agosto secondo il calendario lunare). Francesco aveva 33 anni. Sono stati inclusi nei 124 martiri beatificati da papa Francesco il 16 agosto 2014, durante il suo viaggio apostolico in Corea del Sud. Del medesimo gruppo fanno parte un’altra coppia di sposi, Pietro Jo Suk e Teresa Kwon Cheon-rye, uccisi nel 1819, e Agostino Jeong Yak-jong, che sposò in seconde nozze Cecilia Yu So-sa, canonizzata nel 1984.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2016-10-19

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