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San Paterio di Brescia Vescovo

21 febbraio

VII sec.

Vescovo di Brescia vissuto tra il VII e l'VIII secolo, è una figura sulla quale non si hanno molte notizie. La sua esistenza è attestata da sei manoscritti dei secoli XI-XV e da due corsi di litanie monastiche primitive. La sua festa, originariamente il 21 febbraio, è stata poi spostata al 20 aprile insieme a tutti i santi bresciani. Secondo alcuni, il santo venne sepolto a San Fiorano, sul colle Degno in territorio bresciano, e le sue reliquie furono poi traslate nella chiesa monastica di Sant'Eufemia della Fonte. Nel 1479, i monaci trasportarono il corpo del vescovo in una cappella a lui dedicata. Nel XVII secolo, il corpo del presule venne collocato in un altare dedicato a San Paterio, mentre nel 1787, le reliquie vennero riportate sotto l'altare maggiore e racchiuse in un'urna marmorea.



Nella cronologia dei santi Vescovi di Brescia, agli inizi del VII secolo, è menzionato San Paterio (o Paterius).
Tutti gli storici concordemente affermano che il suo fu un episcopato molto breve tra il 604 e il 606, mentre alcuni Annuari diocesani lo collocano tra il 630 e 642.
Anche se alcuni, lo indicano quale benedettino romano discepolo di San Gregorio Magno, sia P. Guerrini che F. Lanzoni lo escludono categoricamente; inoltre viene anche escluso che il santo bresciano si possa identificare con l’omonimo vescovo ricordato nel calendario napoletano del XII secolo.
Di lui non sappiamo nulla.
Il nome di S. Paterio è riportato in sei manoscritti dei secoli XI-XV e in due corsi di litanie monastiche primitive.
Nel martirologio romano la sua festa è riportata il 21 febbraio, mentre in quello bresciano la sua memoria è fissata il 25 febbraio a ricordo della traslazione del suo corpo avvenuta nel 1479. Dal 1962 la sua festa è stata conglobata al 20 aprile insieme a tuti i santi bresciani.
Secondo alcuni, S, Paterio venne sepolto in San Fiorano, sul colle Degno in territorio bresciano. A questa prima sepoltura sarebbe seguita una traslazione delle reliquie che posero i suoi resti sotto l’altare maggiore della chiesa monastica di Sant’Eufemia della Fonte. Successivamente, il 25 febbraio 1479, i monaci trasportarono il corpo del vescovo, in una cappella a lui dedicata. Nel XVII secolo, nel corso di alcuni importanti restauri alla chiesa venne costruito un altare, il primo a destra presso il battistero, dedicato a San Paterio. E, nel 1616, il corpo del presule venne collocato  in quella sede. Nel 1787, nel corso di un’ultima ristrutturazione della chiesa, le reliquie vennero riportate sotto l’altare maggiore e racchiuse in un’urna marmorea con l’indicazione dedicatoria.
Infine, le spoglie furono accolte in una nuova arca realizzata appositamente, e collocata nella cripta della chiesa.
Dalla seconda metà dell'Ottocento l’arca di San Paterio si trova esposta nel museo cittadino di Santa Giulia.
Al santo è stata dedicata la chiesa parrocchiale di Paisco Loveno in valle Camonica.


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2016-09-21

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