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Servo di Dio Carlo Sonzini Sacerdote

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Malnate, Varese, 24 giugno 1878 - Varese, 5 febbraio 1957


Carlo Sonzini nacque a Malnate (Varese) il 24 giugno 1878 da una famiglia benestante. Manifestatasi in lui la vocazione sacerdotale, compì a Milano i primi tre anni di studi ginnasiali presso l’Oratorio San Carlo. Entrò quindi in Seminario a San Pietro Martire, a Seveso, dove terminò il ginnasio, e nel 1894 passò al seminario liceale arcivescovile di Monza. Qui ebbe tra i suoi professori don Luigi Talamoni, straordinaria figura di educatore, attento a promuovere la preparazione culturale dei futuri sacerdoti come risposta al tentativo, in atto in quegli anni, di emarginazione del clero dalla vita civile. Frequentò poi il Seminario Teologico Maggiore di Milano, contemporaneamente prestando servizio come prefetto prima presso il Collegio San Carlo di Milano poi presso il Collegio San Martino di  San Pietro Martire. Terminati brillantemente gli studi, fu ordinato sacerdote il 1° giugno 1901 in Duomo a Milano, a 22 anni, dal cardinale Andrea Ferrari. Qui lo vediamo giovanissimo in una fotografia scattata poco prima della sua ordinazione.

Educatore

A partire dall’anno scolastico 1901-1902 don Carlo Sonzini fu assegnato al Collegio arcivescovile di Arona come insegnante di religione e secondo vice-rettore, e fra il 1909 e il 1913 fu  insegnante di religione e vice-rettore al seminario ginnasiale di Seveso. Nell’insegnamento si ispirava apertamente al metodo educativo preventivo di Giovanni Bosco, del quale era in corso in quegli anni la causa di beatificazione.

Giornalista

Nell’ottobre 1913 il cardinal Ferrari lo nominò canonico teologo coadiutore a S. Vittore in Varese e nel gennaio 1914 lo invitò a partecipare alle riunioni cittadine per la fondazione di un periodico cattolico. All’inizio del 1914 don Sonzini fu così cofondatore e redattore del settimanale Luce! e nel 1915 ne divenne direttore. Nel 1918, per stampare il giornale,  fondò la Tipografia dell’Addolorata. Sarebbe stato alla guida del settimanale per 37 anni, dando ad esso un’impostazione moderna e aperta, illuminata dalla sua alta concezione dei doveri del giornalismo cattolico. La voce coraggiosa del Luce!  ha accompagnato infatti le grandi trasformazioni del Novecento (l’ingresso dei cattolici in politica, il passaggio dalla società agricola a quella industriale, il fascismo, la guerra, la resistenza, la ricostruzione) sempre mantenendo un chiaro stile informativo e formativo, coraggioso e rispettoso, ma allo stesso tempo forte e chiaro, in difesa dei principi evangelici, della Chiesa e dei poveri.

Pastore e sindacalista


Oltre all’attività giornalistica, don Sonzini svolse negli stessi anni, con risultati altrettanto eccellenti, anche attività pastorale, occupandosi della formazione del laicato cattolico, e in particolare di quello femminile. Promosse inoltre l’organizzazione sindacale dei lavoratori della terra, creando l’Ufficio del lavoro, e seguì la Lega Femminile del Lavoro per l’assistenza e la difesa delle operaie. Nel 1923 fondò il Comitato Varesino per il Trasporto Ammalati a Lourdes.

Censore  e direttore spirituale

Proprio per risolvere i problemi delle giovani che arrivavano in città in cerca di lavoro come domestiche, aprì a sue spese Casa San Giuseppe come centro di accoglienza, di educazione e di collocamento delle giovani stesse, riversando nel progetto l’eredità paterna. Con grande delicatezza e ampiezza di vedute, coinvolse nella gestione della Casa, seguendone l’istruzione, l’educazione e la formazione, alcune di quelle delle giovani, nelle quali aveva già suscitato il desiderio di un percorso vocazionale, e fondò la Pia Unione delle Ancelle di san Giuseppe, il cui regolamento fu approvato dall’Arcivescovo nel 1941. Nel 1951 le Ancelle di san Giuseppe divennero Congregazione diocesana.  Grazie alla loro collaborazione, negli anni del fascismo e della seconda Guerra mondiale, don Carlo diede ospitalità a ebrei e rifugiati politici.
E non sono ancora tutte qui  le attività che l’instancabile sacerdote svolse. Fu infatti anche censore ecclesiastico e direttore spirituale di alcune congregazioni religiose femminili. Così come fu straordinaria guida spirituale e confessore per la comunità dei credenti varesini, sempre numerosi al suo confessionale. Suscitò numerose vocazioni, come quella di monsignor Pasquale Macchi, futuro segretario di papa Paolo VI e vescovo di Loreto.
Nell’agosto del 1952 fu colpito da una malattia che lo costrinse ad abbandonare progressivamente tutti i suoi impegni. Assistito e curato dalle sue Ancelle, morì il 5 febbraio 1957 e subito gli fu attribuita fama di Santità.

Un'ora col Monsior

Una figura sempre viva
Molto amato a Varese, don Sonzini è stato ricordato attraverso una singolare rievocazione nel giugno 2007, in occasione del 50esimo della sua scomparsa, presso la Casa Madre delle Ancelle.
La rappresentazione teatrale Un’ora col Monscior (vedi foto qui sopra), per la regia di Luisa Oneto, ha ripercorso, attraverso un gradevole mosaico di aneddoti, testimonianze e spazi musicali, i momenti più significativi della sua vita al servizio della carità: l’impegno in redazione, dal pulpito, nell’accoglienza alle vittime dell’ingiustizia sociale, della guerra, della dittatura e del razzismo.
La straordinaria operosità e umanità di don Sonzini, la sua fervida fantasia, la sua capacità di essere allo stesso tempo mistico (lo vediamo a destra in una foto scattata a sorpresa da don Egidio Tognazzi nel 1946 mentre è assorto in preghiera) e uomo d’azione hanno lasciato di lui un ricordo vivissimo in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Con  la sua infaticabile, cordiale e operosa disponibilità nei confronti di chiunque, don Sonzini ha saputo testimoniare l’esistenza di un Dio vicino all’uomo, alle sue fatiche e ai suoi bisogni, ha saputo avvicinare tante anime a Dio. E le sue Ancelle ne tengono viva l’opera e la spiritualità.


Fonte:
www.ancellevarese.it

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Aggiunto/modificato il 2015-02-17

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