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Beato Gregorio Escobar Garcia Sacerdote e martire

28 novembre

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Estella, Spagna, 12 settembre 1912 - Paracuellos de Jarama, Spagna, 28 novembre 1936

Beatificato il 17 dicembre 2011.



Nacque nella monumentale città di Estella, provincia di Navarra e diocesi di Pamplona-Tudela, il 12 settembre 1912 e fu battezzato il giorno seguente nella chiesa parrocchiale di S. Pedro de la Rúa, dove suo padre, Hilario Escobar, era sacrestano. Sua madre, Felipa, morì nel 1928 e suo padre contrasse un nuovo matrimonio con una donna che lo aveva aiutato molto. La condotta morale e religiosa della famiglia, nell’uno e nell’altro matrimonio, era profondamente cristiana.
Tenían mucha devoción a Jesús Eucaristía y a la Santísima Virgen bajo la advocación de Ntra. Sra. del Puy, Patrona de Estella.   Tanto quando stette nel seno della famiglia, quanto durante i suoi anni di seminario e di servizio militare, mantenne una relazione molto vicina e cordiale con tutti i membri della sua famiglia. Le sue lettere danno fede di ciò. I suoi compagni di seminario lo descrivono come equilibrato, confidente e buon consigliere. Dopo la sentita morte della madre, consiglierebbe perfino a suo padre che si sposasse di nuovo, per il bene dei figli.

A 12 anni, e grazie all’aiuto economico del suo parroco D.Josè Maria Sola,  entra nel seminario minore dei missionari Oblati a Urnieta (Guipuzcoa). Terminati gli studi superiori, inizia il noviziato a Las Arenas (Vizcaya) e fa la sua prima professione religiosa il 15 agosto del 1930. Passa a Pozuelo (Madrid) per fare gli studi ecclesiastici, che dovrà interrompere nel 1934 per essere chiamato ai ranghi. Terminato l’anno di sevizio militare, rientra nella comunità oblata di Pozuelo e fa la sua professione perpetua il 26 novembre del 1935. Un anno prima di terminare gli studi di teologia, il 6 giugno del 1936, è ordinato sacerdote a Madrid.

Il padre di Gregorio e la nuova moglie furono presenti all’ordinazione e furono testimoni dell’ambiente ostile che si respirava a Madrid. Ci racconta le sorella di Gregorio, Maria del Puy: “Stando nel convento degli Oblati, sentivano gli insulti che rivolgevano ai frati quelli che passavano per la strada. Ed andando e tornando dalla cappella del seminario conciliare di Madrid, dove mio fratello fu ordinato sacerdote, i miei genitori con mio fratello ed un altro religioso presero un taxi e dovettero fermare prima di un gruppo organizzato. Stando fermi, gli si avvicinò uno che, dal finestrino, gli disse: questi, con una bottiglia di benzina, arderebbero bene!

Gli Oblati non erano soliti andare a visitare la famiglia prima di terminare gli studi. Però la famiglia Escobar aveva l’illusione che avrebbero fatto un’eccezione con Gregorio e gli avrebbero permesso di andare a “cantare la Messa” a Estella. Allo stesso modo sarebbe potuto salire alla basilica del Puy per predicare nella festa della Patrona. L’inizio della guerra civile avrebbe troncato tutte queste legittime speranze. Effettivamente, il 22 luglio il convento degli Oblati fu assaltato dai miliziani, e Gregorio, con tutti i membri della sua comunità, rimase prigioniero in casa sua. Due giorni dopo è stato portato alla Direzione Generale di Sicurezza a Madrid, dove il 25 dello stesso mese fu messo in libertà. Dopo una vita da clandestino, il 15 ottobre viene arrestato di nuovo e martirizzato con i suoi compagni il 28 novembre 1936 a Paracuellos di Jarama.

Testimonianze

Della sua infanzia non abbiamo molti dati in più rispetto a quelli che ci ha dato sua sorella : “Per le referenze che ho, so che mio fratello era un ragazzo molto buono. Andava ad aiutare a Messa come chierichetto. Le donne del popolo gli dicevano che si sarebbe fatto prete; però lui diceva che non voleva esserlo. Un aneddoto: un giorno venne un povero a chiedere l’elemosina nella mia casa. Fu Gregorio che gli diede l’elemosina e il povero gli disse che sarebbe diventato vescovo”.

Durante il quarto anno dovette vincere una prova molto amara: la morte di sua madre. Suo padre scrive al seminario e dice: “Gregorio si trova con la madre malata gravemente. Lui badava a tutto, incoraggiava tutti per prepararli al giorno che Dio aveva segnato. Passava il giorno e la notte seduto accanto alla testa di sua madre. Arrivò il giorno che Dio la chiamò. L’8 settembre del 1928. Con che animo e con quale dolcezza parlava agli altri per rincuorarli! Come un santo!”.

E aveva solo 16 anni e, ovviamente, neanche aveva fatto il noviziato… Ci sono molte lettere di Gregorio, gelosamente conservate dalla sorella Puy. Sono tutte intatte. Estraiamo una parte di una, scritta mentre si preparava per la sua ordinazione sacerdotale:

“Mi hanno sempre commosso nel più profondo i martiri. Sempre, nel leggerli, ho un segreto desiderio di avere la stessa sorte. Questo sarebbe il miglior sacerdozio a cui potrebbero aspirare tutti i cristiani: offrire ognuno a Dio il proprio corpo e sangue nell’olocausto per la fede. Che sorte sarebbe quela di morire martire!”.


Fonte:
www.martiripozuelo.wordpress.com

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Aggiunto/modificato il 2012-08-12

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