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Silvia Dall’Olio Adolescente

Testimoni

7 maggio 1973 – 3 aprile 1988


Silvia è un gradevole fiore che sboccia all’alba della vita, muore ancora giovanissima ma non appassisce: la scia del suo profumo è ancora intensa e cattura l’attenzione di chi, anche distrattamente, le passa accanto. La più grande di tre sorelle, Sandra e Serena, Silvia nasce il 7 maggio 1973 a Medicina (Bologna) da Piera Righi e Paolo Dall’Olio. La sua storia breve e dolorosa è raccolta in un piccolo diario di cui la mamma ha permesso la pubblicazione, seguendo il quale si possono enumerare i momenti più significativi della sua breve ma intensa parabola, aiutati in questo dalla signora Clara Mantovani, che come Silvia apparteneva al movimento da poco nato del “Rosario Vivente”.
Silvia frequentava la quinta elementare quando le venne diagnosticato un tumore al cervello. A quattordici anni all’uscita dalla sala operatoria a seguito del quarto intervento dopo dieci lunghe ore Silvia si confidò con sua madre: “Mamma, ho paura… ho visto la Madonna che mi diceva vieni, vieni…”. E la mamma che cercò all’inizio di tranquillizzare la piccola, le chiese successivamente come fosse vestita, e Silvia pronta: “Aveva un velo azzurro, ma sulle spalle portava una croce… che era proprio come una persona… cioè in carne ed ossa…”. I giorni passavano inesorabilmente senza portare alcun miglioramento; anzi, al suo stato di salute già notevolmente compromesso, si aggiunse una nuova condizione di infermità che solo l’amore di una mamma riuscì ad alleviare.
In quei giorni la Madonna affidò a Silvia un nuovo incarico: “Dì alla mamma di prendere una rosa, un garofano, un gladiolo, di tagliarli corti nel gambo, di portarli a fare benedire e poi d’incartarli e metterli sotto il tuo cuscino per quindici giorni”. La mamma fece tutto ciò che la Madonna aveva chiesto attraverso sua figlia e una sera quando ormai la signora Piera sempre più turbata e angosciata per gli atroci dolori di Silvia, quasi si era dimenticata di quel gesto, sentì dirsi da Silvia: “Mamma è arrivata la MADONNA, sono, infatti, passati i quindici giorni, devi togliere i fiori da sotto il mio cuscino”. Così fece la signora che con suo grande stupore notò che quei fiori erano ancora freschi.
Silvia ripeteva spesso alla mamma che sarebbe andata in paradiso il lunedì dell’Angelo, quando arrivò la vigilia di Pasqua, ecco ancora la visione. La signora che la ragazzina con sicurezza identificava con la Madonna le si presentò nuovamente e le disse: “Silvia, il giorno dell’Angelo tu partirai”. La notte del giorno di Pasqua, il 3 aprile 1988, quando ormai era il lunedì dell’Angelo, Silvia morì.
Termina qui insieme al breve passaggio terreno di Silvia, anche il diario lasciato dalla mamma, la quale così conclude queste intense pagine di dolore e amore: “Sono sicura che Silvia vedeva la Madonna per tanti piccoli particolari. Lei che era paralizzata e che muoveva solo leggermente la testa, quando la Vergine si presentava, faceva il segno della croce con la mano destra, allungava le gambe, il male e la febbre sparivano. Silvia aveva una luce negli occhi che li faceva brillare, era felice di parlare con la Madonna, ma lei mi faceva promettere che non ne parlassi con nessuno, tranne che con don Mario”…


Autore:
Serena Manoni


Fonte:
www.sdb.org

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Aggiunto/modificato il 2009-02-03

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