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> Home > Sezione Servi di Dio > Serva di Dio Maria Francesca della Croce (Amalia Streitel) Condividi su Facebook Twitter

Serva di Dio Maria Francesca della Croce (Amalia Streitel) Fondatrice

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Mellrichstadt, Baviera, 24 novembre 1844 - Castel Sant'Elia, Viterbo, 6 marzo 1911


Questa è la storia di una vocazione tormentata, di un discernimento faticoso, di una serie di malintesi e anche di qualche cattiveria.  Nonostante gli inizi più che promettenti, perché nel momento del battesimo di Amalia la stanza si era illuminata in modo inusuale malgrado il cielo grigio, e al sacerdote era scappata la frase, di evangelica memoria, “Cosa sarà mai di questa bambina?”. Le cose poi si normalizzano in fretta, appiattendosi nella banalità della vita dell’alta borghesia tedesca di metà Ottocento. Studia dalle suore, si diploma maestra, ma comincia anche a pensare al convento, proprio mentre i genitori sognano per lei un buon matrimonio. Per farlo capire ai genitori ed al suo ultimo pretendente, si rifugia sulle travi del solaio. I genitori sono costretti a cedere, ma mettono subito i primi paletti: mai suora di clausura e neppure suora che assista i malati a domicilio. Si  orienta così sulle suore Francescane di Maria Stern, dove è stata educata e si è diplomata, e nel 1867 prende il nome di suor Angela e veste il loro abito, che però le sta quasi subito stretto: la loro vita è troppo concitata, si dà poco spazio alla preghiera e anche la penitenza lascia alquanto a desiderare. Si mette in testa di riformare la congregazione dall’interno, ma le consorelle si mettono di traverso, spaventate dall’esigenza delle sue proposte, arrivando a calunniarla con la Madre Generale, che ovviamente le mette un freno. Lei ubbidisce subito e non serba rancore: solo con la fantasia continua a sognare una vita religiosa che riesca a coniugare azione e contemplazione. Il che, però, è più semplice a dirsi che a farsi. Così suor Angela, un bel giorno, chiede di lasciare la sua Congregazione per entrare in un monastero carmelitano di clausura: la Madre Generale cerca in tutti i modi di farle cambiare idea e alla fine la lascia partire, facendosi però promettere di tornare se in clausura non si fosse trovata bene, rivolgendosi esclusivamente a lei.  La clausura le cambia la vita e il nome: diventa suor Petra, viene sciolta dai precedenti voti e fa una nuova professione, ma dopo un po’ cominciano a mancarle seriamente la vita attiva e l’apostolato. Pensa di tornare tra le suore francescane e ne parla con il confessore, che informa il vescovo; ma la Madre generale si offende per essere stata scavalcata e non la riammette. Dopo 17 anni è costretta così a tornare a casa, con grande imbarazzo dei suoi famigliari e con l’amarezza di non aver ancora trovato la sua strada. Conosce un certo Padre Jordan, che sta cercando una fondatrice per il ramo femminile del suo istituto e con lui nasce una buona collaborazione: prende il nome di Suor Maria Francesca della Croce e nascono così le Suore della SS. Madre Addolorata, che curano i poveri e sono animate da un forte spirito contemplativo. Nascono però forti incomprensioni con Padre Jordan, come conseguenza di due personalità troppo forti e di due carismi troppo diversi, tanto che il Vaticano arriva a separare i due istituti. Non illudiamoci però che così finiscano i problemi di Madre Francesca: il suo istituto, che conosce da subito una forte espansione, attraversa periodi difficilissimi per mancanza di fondi e la defezione di alcune suore, fino a che l’assistente ecclesiastico, Padre Jacquemin, la destituisce dall’incarico di superiora per farne eleggere una di suo gradimento. È il momento della croce e dell’abbandono, che Madre Francesca affronta con tanta umiltà e serenità. Si mette così docilmente a servire i bambini e i poveri nel paese del viterbese in cui è stata mandata, come l’ultima delle suore. È la gente a capire per prima la santità di questa suora, che nonostante le tante contrarietà è contenta di aver regalato alla Chiesa una nuova congregazione come lei sognava. Così, oltre ad amarla in vita, comincia a chiederne l’intercessione dopo la morte, che avviene giusto cento anni fa, il 6 marzo 1911. La Chiesa impiega un po’ più di tempo a riabilitarla e arriva a darle ragione solo nel 1963. A dimostrazione che però Dio scrive diritto anche sulle righe storte degli uomini e che ci si può far santi anche se non siamo capiti, inizia la causa di beatificazione di Madre Francesca Streitel, che è stata dichiarata venerabile a marzo dello scorso anno: ora si è solo più in attesa del riconoscimento di un miracolo per proclamarla beata.

Autore: Gianpiero Pettiti

 


 

Amalia Streitel nacque in Germania, a Mellrichstadt (Baviera), il 24 novembre 1844. Prima di quattro figli, apparteneva ad una famiglia benestante, il padre infatti era un giudice. Fin da piccola fu educata all’attenzione verso i poveri, era molto religiosa e già a diciassette anni pensava di farsi suora. A ventidue anni entrò dalle Suore Francescane di Santa Maria Stern ad Augsburg “con il solo desiderio di servire gli ammalati”, prendendo il nome di suor Angela. Aveva però una bella istruzione e le fu dato l’incarico di insegnante. Svolse il suo compito in diverse case della congregazione e a ventisei anni era già superiora di una comunità. Dal 1872 al 1880 diresse un orfanotrofio a Wurzburg, poi una lunga malattia, costringendola a letto, fece maturare nel suo animo un più profondo e intimo rapporto col Signore. Era attratta in particolare dalla contemplazione della croce ed elesse San Giuseppe suo speciale patrono: lasciò le suore francescane per entrare nel monastero carmelitano di Himmelspforten. L’esperienza fu positiva, ma la sua strada era un’altra. Tornò in famiglia, poi arrivò la svolta con la chiamata a Roma da parte di un sacerdote tedesco. Padre Francesco Jordan cercava una collaboratrice per il ramo femminile della Società Apostolica per l’Istruzione e Amalia accolse l’invito, entrando nella comunità, che sorgeva vicino a S. Pietro, col nome di suor Francesca (Franziska) della Croce. Collaborò intensamente all’opera, ma i disegni del Signore erano ancora altri: la serva di Dio avrebbe dato vita ad una nuova famiglia religiosa. Padre Jordan portò avanti il suo progetto aiutata da Therese von Wullenwebwr (beata Maria degli Apostoli).
Il 4 ottobre 1885 Madre Streitel fondò le Suore dell’Addolorata, aggregandole al Terz’Ordine Francescano, con il desiderio di unire l’apostolato attivo allo spirito delle contemplative, per portare l’amore di Dio ad ogni persona in difficoltà prendendo a modello l’Addolorata, divenuta madre del genere umano ai piedi della Croce. Nelle Costituzioni da lei manoscritte è ben chiara l’ispirazione allo spirito carmelitano e a quello francescano. La prima comunità si stabilì in Borgo Santo Spirito e si prese cura dei bambini poveri di Roma e dei numerosi pellegrini tedeschi in visita alla città. La congregazione ebbe uno sviluppo notevole e nel 1888 partirono le prime missionarie che negli Stati Uniti si dedicarono ai malati di un ospedale in Kansas. Una fondazione importante ci fu nel 1905 quando il vescovo di Nepi chiese alle suore di aprire un asilo a Castel Sant'Elia e di assistere i malati e gli anziani a domicilio. Le vicende della congregazione, negli ultimi anni di vita della Fondatrice, testimoniarono la sua grandezza spirituale. La serva di Dio dovette affrontare alcune prove causate proprio dalla sue suore e in seguito ad alcuni equivoci venne privata della guida dell’Istituto. Come una semplice suora trascorse gli ultimi preziosi anni di vita presso l’asilo di Castel Sant'Elia curando i bambini più poveri e impiegando il resto della giornata nella preghiera. Arrivò così l’ultimo malanno e, dopo una lunga agonia, l’incontro con “sorella morte”. Guardando il crocifisso, spirò il 6 marzo 1911, proprio nel giorno in cui papa Pio X approvava le costituzioni della congregazione.
Della Streitel possediamo oggi molti scritti: lettere dirette al padre Jordan, dal 1883 al 1885, altre indirizzate ai genitori e alla sorella Edvige, ai direttori spirituali, alle consorelle, ad amici e benefattori. Nel 1937 ebbe iniziò il processo di beatificazione. Le sue suore sono oggi presenti oltre che in Europa, anche in diverse località del continente americano ed in Africa.


Autore:
Daniele Bolognini

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Aggiunto/modificato il 2011-07-06

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