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Beata Sandra Sabattini Giovane laica

2 maggio (e 4 maggio)

Riccione, Rimini, 19 agosto 1961 - Bologna, 2 maggio 1984

Sandra Sabattini nacque a Riccione, in provincia e diocesi di Rimini, il 19 agosto 1961. Da quando aveva quattro anni, con i genitori e il fratello minore, visse nella canonica di suo zio, don Giuseppe Bonini. A dodici anni fece il suo primo incontro con don Oreste Benzi, parroco a La Resurrezione di Rimini e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Sul suo esempio, anche lei scelse di condividere la vita con persone con gravi disabilità e tossicodipendenti. Anche per questa ragione, dopo la maturità scientifica, s’iscrisse alla facoltà di Medicina dell’università di Bologna. Durante una festa di Carnevale, incontrò Guido Rossi, l’amore della sua vita: entrambi vissero in maniera casta il loro fidanzamento, in attesa di sposarsi. La mattina del 29 aprile 1984, mentre scendeva dall’auto per partecipare con il fidanzato e un amico all’Assemblea generale della Comunità a Igea Marina, venne travolta da un’altra auto. Ricoverata all’ospedale Bellaria di Bologna, morì dopo tre giorni di coma, il 2 maggio 1984, a 23 anni non ancora compiuti. Don Benzi la indicò subito come modello, non solo per i giovani della sua Comunità. Sandra è stata beatificata il 24 ottobre 2021 nella cattedrale di Rimini. I suoi resti mortali si sono decomposti nella tomba, ma il sarcofago destinato ad accoglierli è stato collocato nel 2009, come monumento, nella chiesa di San Girolamo a Rimini. La sua memoria liturgica cade invece il 4 maggio.



Una fidanzata santa? Ne era profondamente convinto don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, che dopo gli “sposi santi”, i “genitori santi” e gli “amici santi” si augurava di veder presto Sandra Sabattini sugli altari.
Nasce a Riccione il 19 agosto 1961, respirando fede fin da piccolina e ancor più quando, insieme ai genitori, Giuseppe Sabattini e Agnese Bonini, e al fratellino Raffaele, va a vivere nella canonica dello zio don Giuseppe Bonini, prima a Misano Adriatico, poi a Rimini, nella parrocchia di San Girolamo.
A poco più di dieci anni, il 24 gennaio 1972, comincia a scrivere riflessioni e pensieri spirituali all’insaputa di tutti, precoce sintomo di un intenso percorso spirituale destinato a portarla lontano.
A dodici anni incontra don Oreste Benzi e l’Associazione Papa Giovanni XXIII; due anni dopo già partecipa ad un soggiorno per adolescenti sulle Dolomiti con disabili gravi, dal quale ritorna con le idee estremamente chiare: «Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai».
Inizia una intensa e limpida relazione con Dio, tanto che allo zio prete diventa sempre più naturale trovarla in adorazione davanti all’Eucaristia, mentre genitori ed amici, sempre più spesso, la vedono, di norma seduta a terra, assorta in meditazione o impegnata nella lettura dei salmi.
Sandra ha scelto Dio, e lo si vede; di conseguenza sceglie i poveri, ai quali dedica tutto il tempo libero. Oltre ad incontrarli alla “Papa Giovanni” nei disabili e nei tossicodipendenti, li va a cercare di casa in casa, perché i poveri esistono anche in parrocchia e in Sandra si sviluppa come un sesto senso per scoprire le povertà nascoste.
Nel 1980 ottiene il diploma di maturità scientifica a Rimini e poi si iscrive a medicina, all'università di Bologna. Si tratta di una scelta maturata nella faticosa ricerca del progetto di Dio su di lei: per questo ha coinvolto in essa gli amici della Comunità e i suoi consiglieri spirituali.
Uno dei suoi sogni è di essere medico missionario in Africa, dove anzi, solo se potesse, ci andrebbe già da subito, mentre papà le chiede di fare un passo alla volta, terminando prima gli studi.
Sandra, infatti, non è diversa dalle sue coetanee: in casa discute con i famigliari, fuori fa le sue battaglie in nome della giustizia e dell’uguaglianza, pratica sport, studia pianoforte, canta in un coro. Tutte cose però, e qui sta la diversità, dalle quali Dio non è estraneo: «Quando ho amato davvero, ho sentito che Dio riempiva tutto e tutti», scrive.
Così Dio non è affatto estraneo anche a quel sentimento che le nasce in cuore nei confronti di Guido Rossi, un ragazzo poco più grande di lei, di cui si innamora e con il quale comincia a progettare il suo futuro.
Fidanzati come se non lo fossero, almeno secondo la mentalità corrente che non sa più vivere l’attesa e brucia tutto nella frettolosità di rapporti che dell’amore hanno davvero solo più la parvenza, vivono insieme la castità di una conoscenza reciproca alla luce della Parola. Questo, a poco a poco, modella in lei uno stile di radicalità evangelica che le fa dire: «Oggi c’è un’inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi». E lei, che non si accontenta di far parte dei primi, aspira alla santità correggendo le sue fragilità e affinando la sua condivisione con i poveri.
Il 29 aprile 1984, Sandra sta andando all’assemblea annuale della Comunità con Guido e un amico. Scende dalla macchina, ma viene investita da un’altra auto. Ricoverata all’ospedale Bellaria di Bologna, entra in coma. Muore il 2 maggio 1984; non ha ancora ventitré anni.
Don Oreste Benzi, da sempre convinto di avere in Sandra un modello giovanile di eccezionale fedeltà evangelica, promuove l’apertura della Causa di beatificazione. L’inchiesta diocesana, dal 27 settembre 2006 al 6 dicembre 2008, ha raccolto e vagliato una sessantina di testimonianze.
Nel 2009, a venticinque anni dalla morte, si pensa di traslare i suoi resti nella chiesa di San Girolamo a Rimini, ma quando viene tolta la terra che copre la bara, di Sandra non c’è più nulla, neppure un osso: aveva voluto essere sepolta nella nuda terra. «Sandra non dev’essere cercata tra i morti», afferma don Benzi.
Il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, semplicemente commenta: «Il chicco di grano che ha il volto e il nome di Sandra è caduto talmente in terra da sciogliersi completamente, da farsi terra». E ha voluto ugualmente in chiesa il sarcofago, che proprio perché destinato a restare vuoto, più che una tomba è un monumento alla risurrezione.
Il 6 marzo 2018, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Sandra Sabattini veniva dichiarata Venerabile.
Il miracolo preso in esame per la sua beatificazione è avvenuto nel 2007. Riguarda Stefano Vitali, che fu il primo segretario di don Benzi e, all’epoca, era assessore al Comune di Rimini. Malato di tumore all’intestino, si sottopose a svariate cure e operazioni, senza miglioramenti.
Sua moglie gli propose di ricorrere all’intercessione di Alberto Marvelli (beatificato nel 2004), ma don Benzi era invece convinto di dover chiedere la grazia a Sandra. Stefano seguì le sue indicazioni, tanto che, nell’ottobre successivo, si sottopose a controlli, dai quali risultava che il tumore era scomparso.
Il 2 ottobre 2019, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante il miracolo, aprendo la via alla beatificazione di Sandra.
Inizialmente prevista per il 14 giugno 2020, presso la Fiera di Rimini, è stata rimandata al 24 ottobre 2021, nella cattedrale di Rimini, a causa della pandemia per il nuovo coronavirus. A presiedere la Messa con il Rito della Beatificazione, come inviato del Santo Padre, il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. La sua memoria liturgica è stata fissata al 4 maggio.


Autore:
Gianpiero Pettiti ed Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2021-11-10

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