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San Maurelio Vescovo di Voghenza - Ferrara

7 maggio

Edessa, Mesopotamia, ? - † 7 maggio 644

La complessa vita di San Maurelio, vescovo di Voghenza e Ferrara, emerge da un'unica fonte: il "Legendario e vita et miracoli di santo Maurelio". Nato principe in Mesopotamia, rinunciò al trono per dedicarsi a Dio, divenendo sacerdote e vescovo. Inviato a Roma per contrastare l'eretico Severino, incontrò il papa Giovanni IV che, su ispirazione divina, lo nominò vescovo di Ferrara. A Voghenza, durante la Messa, una mano benedicente lo proclamò protettore della città. Dopo la morte del fratello Ippolito per mano del tiranno Rivallo, Maurelio si recò in Mesopotamia per convertirlo, ma fu imprigionato e decapitato. Il suo corpo, miracolosamente ritrovato, venne traslato a Ferrara nel 1106.



L’unica fonte biografica su san Maurelio che ci è pervenuta, è un anonimo “Legendario e vita et miracoli di santo Maurelio”, tradotto in italiano dal latino e pubblicato per la prima volta a Ferrara nel 1489 e ristampato nel 1544 e 1570.
Da questa fonte ne sono scaturite altre, alcune leggendarie e fantasiose, altre con l’intento di spiegare l’incongruente narrazione, ma che giunsero al risultato di complicarla maggiormente.
Si dà qui una parziale traduzione dal “Legendario” composto da sette capitoli, specificando che per secoli stuoli di studiosi, hanno cercato di dare un senso cronologico e geografico dei fatti, senza peraltro riuscirvi credibilmente.
1. Maurelio nacque ad Edessa da Teobaldo re di Mesopotamia e quando aveva 18 anni, nacquero altri due fratelli, Ippolito e Rivallo; a 30 anni, si presentò a suo padre pagano, per avere il permesso di servire l’Onnipotente Dio; alle pressanti richieste del padre e dei baroni del regno, cedette accettando di associarsi al governo dello Stato; alla morte del padre fu eletto re in Edessa, ma poco dopo per amore di Dio, rinunciò al regno a favore del fratello Ippolito.
2. Si dedicò alla sua formazione spirituale e preparazione sacerdotale, sotto la guida del venerando Teofilo vescovo di Smirne, il quale gli conferì i vari gradi fino al sacerdozio.
In seguito il vescovo lo autorizzò ad avere un dibattito con l’eretico Severino, ma questo non si presentò. Teofilo allora lo mandò a Roma dal papa, affinché Maurelio esponesse la situazione creatasi con la dottrina dell’eretico e ricevere gli opportuni consigli per combatterlo.
Una volta partito per Roma, Maurelio fu avvertito da un angelo che un fulmine aveva incenerito l’eretico Severino, allora decise di ritornare a Smirne, ma un vento impetuoso obbligò la nave ad entrare nel porto di Ostia, distante da Roma dodici miglia. Da lì la delegazione capeggiata da Maurelio, decise di visitare la Basilica di San Pietro a Roma e ricevere la benedizione del Vicario di Cristo.
3. E accadde per divina provvidenza, che nello stesso momento che era dal papa, incontrò altri pellegrini della città di Ferrara, venuti dal Santo Padre per chiedere la nomina di un nuovo vescovo, per succedere al defunto loro pastore Oldrado.
Al papa di allora Giovanni IV (640-642), apparve s. Giorgio che gli suggerì di nominare Maurelio; accettata la nomina e presentato ai Ferraresi, egli fu consacrato vescovo dal papa.
4. Accolto festosamente nella città di Voghenza, celebrò la Messa nella chiesa cattedrale posta oltre il fiume Po; durante la celebrazione apparve una mano benedicente Maurelio e furono udite parole che elogiavano la sua scelta di rinunciare ad onori e ricchezze nella sua patria, e gli promettevano letizia e gaudio eterno fra i cori degli Angeli.
La voce ancora lo designava a protettore e custode di quel luogo, che l’accoglieva e dove riposerà dopo la morte, promettendo abbondanza di grazie ai fedeli, che si sarebbero recati visitarne la tomba con pura fede; detto questo la mano disparve e Dio di giorno in giorno gli concedeva molti doni e miracoli.
5. La quinta parte racconta della guarigione d’una ragazza cieca, ad opera del santo vescovo; questa ragazza poi si fece costruire dal padre un abitacolo dall’altra parte del fiume, in un luogo non molto lontano da dove dimorava s. Maurelio, e si dedicò ad una vita di preghiera.
In quel luogo fu poi fondato il venerando monastero di San Silvestro, che accolse per secoli, religiose e sante monache.
6. Nella sesta parte, la più dolorosa, Maurelio ebbe in sogno il presagio di molte sofferenze e lui si disse pronto alla prova.
Alcuni connazionali della Mesopotamia, giunti a Voghenza gli riferirono che suo fratello Ippolito, era stato ucciso dall’altro fratello Rivallo, che aveva anche abiurato il Cristianesimo.
Maurelio partì per Edessa e lì giunto rimproverò con forza il fratello, che gli rispose con alterigia e lo rinchiuse in carcere e dopo strazianti tormenti, lo fece decapitare e seppellire nello stesso palazzo reale.
I notabili del regno avendo saputo dell’arrivo di Maurelio, espressero il desiderio di vederlo; Rivallo rispose che era partito, dandogli il regno nelle sue mani, ma data questa falsa giustificazione, il crudele tiranno fu preso da possessione diabolica e spirò. Il corpo di s. Maurelio fu poi ritrovato, il martirio si avverò il 7 maggio del 644 ca.
7. Nel 1106 quindi circa 500 anni dopo la morte, l’imperatore Enrico III, in seguito ad una visione del santo, trasferì il corpo di s. Maurelio, il 24 aprile, nella chiesa di S. Giorgio di Ferrara dall’altro lato del fiume, presente il vescovo Giovanni.
Su quest’ultima parte bisogna aggiungere, che la sede episcopale di Voghenza, oggi Borgo di 600-700 abitanti nel Comune di Voghiera, era dal IV al VII secolo, precedente a quella di Ferrara, dove fu trasferita nella chiesa di S. Giorgio nel 657; quindi molti studiosi ritengono che s. Maurelio sia stato l’ultimo vescovo dell’antica diocesi di Voghenza, incorporata poi in quella di Ferrara, perciò egli è denominato alternativamente vescovo di Voghenza e di Ferrara.
Le testimonianze del culto a Ferrara oggi conosciute, non risalgono oltre il XII secolo, è da supporre che la presunta traslazione delle reliquie da Edessa a Ferrara, ad opera dell’imperatore Enrico III, abbia originato o rinnovato la devozione dei fedeli ferraresi a san Maurelio.
Da quel secolo le testimonianze si moltiplicarono con Confraternite, campane, sarcofagi, monete, cappelle, chiese, a lui dedicate o che lo raffiguravano come santo; dal 1463 san Maurelio, negli Statuti di Ferrara, viene citato a fianco di s. Romano e altri santi, quale protettore della città.
Dalla riesumazione della salma avvenuta nel 1419 ad oggi, le reliquie del santo hanno riscosso un culto ininterrotto, tanto nell’antica cattedrale di S. Giorgio, quanto nella nuova fondata nel 1135.
La riesumazione fu l’occasione per l’inizio di un interesse artistico notevole, da parte di pittori e scultori, che lo raffigurarono in pregevoli opere, oggi sparse in tutta Europa; tra le più importanti, la cattura e la decapitazione di s. Maurelio di Cosmé Tura, dipinto verso il 1470 per l’altare dedicato al santo vescovo, nella chiesa di San Giorgio fuori le mura e ora conservato nella locale Pinacoteca Nazionale.
Le sue reliquie sono oggi venerate nel Monastero di S. Giorgio degli Olivetani a Ferrara.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2006-04-07

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