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> Home > Sezione Venerabili > Venerabile Gaetana del Santissimo Sacramento (Maria Carlotta Fontana) Condividi su Facebook Twitter

Venerabile Gaetana del Santissimo Sacramento (Maria Carlotta Fontana) Religiosa

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Pancalieri, Torino, 11 gennaio 1870 - 25 marzo 1935


La Provvidenza ha fatto sempre sorgere al fianco di venerati e benemeriti Fondatori d’Istituzioni e Congregazioni religiose femminili, una donna, che nella funzione di Cofondatrice o Prima Superiora della nuova Comunità, assumesse l’onere di guidare, Madre tra le figlie, i primi e più difficili passi della nuova Congregazione.
Così fu s. Maria Mazzarello († 1881) per s. Giovanni Bosco († 1888); la Serva di Dio Nazarena Majone († 1939) per sant’Annibale Maria Di Francia († 1927); la Venerabile Tecla Merlo († 1964) per il Beato Giacomo Alberione († 1971); la Serva di Dio Veronica Briguglio († 1950) per il Servo di Dio Francesco Maria Di Francia († 1913); la Serva di Dio Marianna Nasi Pullino († 1832) per s. Giuseppe Benedetto Cottolengo († 1842); s. Luisa de Marillac († 1660) per s. Vincenzo de’ Paoli († 1660); la Serva di Dio Maria Crocifissa Costantini († 1787) per s. Paolo della Croce († 1775), ecc.
A questo incompleto elenco bisogna aggiungere la Serva di Dio madre Gaetana Fontana (1870-1935), Prima Superiora delle Suore “Povere Figlie di S. Gaetano”, fondate dal Beato Giovanni Maria Boccardo (1848-1913), il cui processo diocesano per l’introduzione della Causa di Beatificazione, si è concluso il 22 novembre 2000 a Pancalieri (Torino).
Carlotta Fontana, questo il suo nome da laica, nacque l’11 gennaio 1870 a Pancalieri (Torino), ultima degli otto figli dei coniugi Andrea Fontana e Margherita Colombano, lavoratori dei campi, poveri ma ottimi cristiani.
Dopo le scuole elementari, Carlotta fu messa ad imparare il cucito in un piccolo laboratorio gestito da due anziane sorelle, le signorine Luciano; le quali avevano trasformato il loro laboratorio in una scuola di virtù e di sincera pietà cristiana.
Il 6 aprile 1880, Carlotta ricevé la Santa Cresima dall’arcivescovo di Torino mons. Lorenzo Gastaldi, amministrata nel vicino paese di Lombriasco.
Aveva dodici anni Carlotta Fontana, quando poté assistere all’ingresso in Pancalieri del nuovo parroco della Chiesa di S. Nicolao, don Giovanni Maria Boccardo, che tanta determinante importanza avrà nella sua vita.
Il nuovo parroco o pievano, succedeva al defunto don Pietro Camerlo, parroco per 36 anni a Pancalieri; si fece subito voler bene da tutti, sprigionando un carisma magnetico, tipico dei santi, che attirava i fedeli.
Dopo due anni, nell’estate del 1884, il paese fu colpito dal colera e in questa sciagurata calamità, che procurò più di 50 morti a Pancalieri, il parroco coadiuvato in quel periodo anche dal fratello don Luigi Boccardo, oggi venerabile, si prodigò nel soccorso degli ammalati e dei moribondi, portando il conforto della fede e dei sacramenti.
Colpito dai disagi e dai lutti che funestarono la comunità, il parroco Boccardo pensò di aprire un Ospizio di Carità per i vecchi abbandonati e bisognosi di assistenza; opera che ben presto venne realizzata con l’aiuto della “Pia Unione”, accogliendo i primi ricoverati.
La “Pia Unione delle Figlie di Maria”, sorse ad opera dello stesso canonico Giovanni Boccardo, per impegnare le ragazze di Pancalieri a camminare insieme sotto la sua guida spirituale, in una via di particolare dedizione a Dio e all’apostolato, seguendo un regolamento espresso negli “Statuti”; a tale Pia Unione si associò ben presto la quindicenne Carlotta Fontana.
Intanto la giovane si era messa sotto la guida spirituale del parroco, il quale intuito i tesori nascosti di quella giovane anima, le indicava un regolamento di vita, armonizzando la sua intima unione con Dio e i doveri familiari di figlia e di sorella.
Aperto l’Ospizio, fu tra le prime a prestare con gioia e serenità, la sua opera di assistenza in quella realtà di sofferenza e vecchiaia.
Il canonico Boccardo esigeva da lei e dalle altre ragazze volontarie, coinvolte nell’assistenza dell’Ospizio, una dedizione eroica, vedendo nei poveri Gesù, onorandolo così come nel Santissimo Sacramento.
Il 2 ottobre 1886, Carlotta Fontana, vincendo l’opposizione dei familiari, lasciò la sua casa per trasferirsi completamente all’Ospizio, raggiungendo le due sorelle Lucia e Domenica Libra, già da qualche tempo votate all’assistenza dei poveri e alloggianti nell’Ospizio.
Don Giovanni Boccardo l’accolse entusiasta nell’ex filanda trasformata in Ospizio di Carità, e organizzandola ad una vita comunitaria con le altre due ragazze, tutta dedita alla preghiera e alla carità; adottando per loro la regola della “Monaca in casa” scritta dal venerabile Giuseppe Frassinetti (1804-1868), priore di santa Sabina in Genova.
Il 4 novembre 1886, entrò ad infoltire il gruppo, Giovanna Chiattone di 32 anni, dotata di intelligenza non comune, con studi regolari e educazione raffinata, diverrà la prima Superiora dell’Ospizio con il nome di suor Giuseppina del Buon Pastore.
Si giunse così al 10 agosto 1887, quando per necessità si dovette lasciare i locali dell’Ospizio, destinati dal padrone di casa ad impiantare una fabbrica e traslocare nell’attuale casa di San Rocco, dove esisteva una piccola cappella e il 4 settembre 1887, l’arcivescovo di Torino card. Richelmy si recò a celebrare la S. Messa e permettere la custodia eucaristica.
Il 3 maggio 1888 le prime tre sorelle, Giovanna come superiora, Carlotta diciottenne maestra delle novizie e Domenica Libra, ricevettero l’abito religioso del nuovo e più ampio Ospizio; nel dicembre di quell’anno, Carlotta Fontana fu colpita dal tifo, che mise in serio pericolo la sua giovane vita, fra le preghiere e la costernazione della piccola comunità, riuscì a superare la malattia durata due terribili mesi, con uno strascico di grave inappetenza; nella primavera del 1889 la salute tornò a rifiorire e così anche la vita dell’Istituto.
Ormai era giunto il momento di rendere stabile la vita comunitaria di perfezione e di carità del gruppo di ragazze, a cui nel frattempo si era aggiunta Agostina Bessone da Vigone; il 18 maggio 1890, radunata la comunità, il canonico Giovanni Boccardo, dopo aver pregato tutta la notte, comunicò loro che il gruppo di quattro giovani, avrebbe costituito il primo nucleo delle Suore “Povere Figlie di S. Gaetano”, dal nome del santo della Provvidenza, che tanto ammirava e venerava.
Giovanna Chiattone si chiamò suor Maria Giuseppina del Buon Pastore, Carlotta Fontana divenne suor Maria Gaetana del SS. Sacramento, Domenica Libra divenne suor Maria Teresa della Presentazione e Agostina Bessone si chiamò suor Maria Marta della Divina Provvidenza; l’abito che inizialmente era solo un grembiule rigato con un velo e una coroncina a fianco, divenne più adatto a delle religiose con la mantella e il velo; l’Ospizio in effetti diventò la Casa-madre della nascente Congregazione.
Nel novembre 1893, ci fu la richiesta del canonico Baralis di Saluzzo, di inviare alcune ‘Figlie di S. Gaetano’ per gestire un nuovo ospizio ricovero per orfane e anziani abbandonati; il fondatore don Boccardo aderì alla richiesta e inviò a Saluzzo la Superiora dell’Ospizio di Pancalieri suor Giuseppina, obbedientissima, ardente di zelo e generosità; fu la prima rondine a lasciare il nido per nuovi lidi.
Con la partenza delle due suore per Saluzzo, il canonico Boccardo nominò Superiora dell’Ospizio suor Gaetana Fontana e praticamente a soli 23 anni, Superiora Generale della Congregazione delle “Povere Figlie di San Gaetano”, che nel frattempo cresceva nel numero delle suore.
Madre Gaetana fu confermata nel suo ufficio una prima volta il 18 gennaio 1905, in occasione dell’approvazione finale delle Regole.
Lei che si riteneva buona a nulla, fu destinata dal Signore ad essere Madre di una grande Famiglia religiosa; rieletta e confermata per tre anni il 28 gennaio 1908, nel 1911 il 29 gennaio, fu riconfermata ancora dal card. Agostino Richelmy.
In effetti madre Gaetana fu Superiora Generale dal 1903 fino al giugno 1928; con lei la Congregazione si diffuse man mano con nuove Case ed Ospizi, a Piasco (1894), Terzuolo (1894), Manta (1895), Caraglio (1896); nel 1900 le Figlie di S. Gaetano entrarono a servire nell’Istituto della Consolata a Torino, fondato dal canonico beato Giuseppe Allamano; dal 1900 al 1911 si aprirono altre 20 Case, di cui nel 1905 quella di Grugliasco.
Il suo compito di madre si svolse fra difficoltà e amarezze, momenti penosi in cui il cuore sanguina e la volontà trema sotto la tempesta; ma mai si scoraggiò, alimentata dalla Grazia di Dio, dall’eroismo delle sue suore, che come missionarie partivano nei vari luoghi del loro fecondo apostolato, confortata dalla saggia guida spirituale del canonico fondatore Giovanni Boccardo del quale era fedelissima figlia, seminò nel cuore delle sue figlie tre grandi amori, tre grandi ideali ai quali bisognava votarsi, gli ammalati, i poveri vecchi, la gioventù; senza particolarità: “Lavorare senza distinzione di persone. Le anime sono tutte uguali davanti a Dio”. Vigilò e visitò portando il suo consiglio, le varie Case, organizzandone la funzionalità, esortando le suore, confortando con la sua presenza i ricoverati.
Intanto la grande prova si approssimava, il 26 maggio 1911 il canonico Boccardo venne colpito da paralisi e dopo aver tanto lavorato nella parrocchia, con le suore, con le molteplici Case e forme d’assistenza, dividendo il compito con madre Gaetana, egli continuò dal suo letto di dolore la lezione della sua vita dedicata tutta a Dio ed ai fratelli più poveri e bisognosi; morì santamente il 30 dicembre 1913.
Al suo posto subentrò, proveniente dalla Consolata di Torino, il canonico Luigi Boccardo suo fratello (1861-1936), che avrà il compito di consolidare la Congregazione, bene avviata e gestita fa madre Gaetana Fontana, ne fonderà il ramo contemplativo con le Suore “Figlie di Gesù Re”, non vedenti.
Nel 1924 la salma del futuro beato Giovanni Maria Boccardo, fu traslata nella Casa Madre delle Suore a Pancalieri, vicino alle sue figlie; essendo stato il canonico Luigi Boccardo un formatore di sacerdoti per tutta la vita, madre Gaetana lo collaborò nell’accogliere nel suo Ospizio i sacerdoti anziani ed ammalati, che le suore curavano con amore e rispetto.
Nel 1928 la Casa Madre venne trasferita da Pancalieri nella città di Torino, ormai le necessità logistiche dell’accresciuta comunità, esigevano spazi più ampi e centrali; nello stesso anno madre Gaetana cessò di essere Superiora Generale, secondo le nuove norme del Codice di Diritto Canonico; rimase come consigliera della nuova Madre e Superiora dell’Ospizio di Pancalieri.
Gli anni trascorsero con molta sofferenza, dato gli acciacchi e l’età, continuò a seguire con i consigli e la vigilanza le sue figlie, diventate centinaia.
Nel novembre 1934 fu di nuovo rieletta, ma lei rifiutò, presagendo, con l’indebolimento delle sue forze fisiche, l’approssimarsi della fine.
Il 7 marzo 1935 comparvero i primi sintomi del male, che gettarono nello sconforto l’intera comunità. i medici diagnosticarono un ileo paralitico; il decorso fu angosciante, anche il canonico Luigi Boccardo, che da 22 anni camminava al suo fianco nel percorso spirituale della Congregazione, a causa del suo cattivo stato di salute (morirà un anno dopo di lei), non poté recarsi al suo capezzale a confortarla se non per iscritto.
Ritrovata la pace e la rassegnazione e dopo aver ricevuto i Sacramenti e salutate le sue figlie angosciate, morì il 25 marzo 1935, a 65 anni, nell’Ospizio di Pancalieri, il paese dove era nata e vissuta tutta la vita.
Tumulata nel cimitero cittadino, 10 anni dopo, il 2 ottobre 1945, la sua salma fu traslata nella Cappella dell’Ospizio, dove riposa accanto al suo maestro e padre spirituale, il beato Giovanni Boccardo. Papa Francesco l'ha dichiarata Venerabile l'8 giugno 2014.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2005-12-10

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