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San Tegulo (Tegolo) Martire

25 ottobre



Il 25 ottobre, nel calendario liturgico della regione conciliare piemontese, viene menzionato il martire San Tegolo, venerato nella città di Ivrea. Le notizie di questo santo sono assai scarse e principalmente di carattere cultuale, non essendo giunta nessuna testimonianza circa l’epoca, le modalità ed il preciso luogo della sua morte avvenuta, molto probabilmente, nel corso di una delle ultime persecuzioni organizzate dall’impero romano contro la nascente comunità cristiana.
Il suo culto nasce alla fine del X secolo, quando, all’epoca dell’episcopato del beato Varmondo, nella campagna a poca distanza da Ivrea, viene ritrovato il suo sepolcro e le sue reliquie vengono trasferite, con solenne corteo nella cattedrale entro le mura, per essere deposte nella cappella di San Giacomo. Da quel momento, il presunto martire inizia ad essere venerato con culto liturgico e la sua immagine inizia ad essere riprodotta insieme a quella degli altri santi protettori della città e nella diocesi, come si può vedere in un grande affresco nel vescovado.
Come avvenuto per altri sconosciuti santi dell’area piemontese, anche Tegolo venne annoverato nel numero dei martiri appartenenti alla legione Tebea, capitanata da San Maurizio. Purtroppo, anche nel caso del martire eporediese, tale ipotesi è priva di documentazione storica o archeologica che la possa avvallare e nulla di certo si può riferire del santo che non vada oltre la semplice tradizione agiografica più o meno leggendaria. Stando alla locale credenza, Tegolo sarebbe stato decapitato lungo la strada che conduce a Montaldo, in un luogo in cui venne poi edificata una cappella dedicata a Santa Croce che nella seconda metà del XIV secolo pagava, in onore del santo, una tassa per benefici alla chiesa cattedrale. Da un punto di vista storico, si potrebbe ritenere che all’epoca di Varmondo venne rinvenuta una delle tante sepolture, forse di un soldato, disseminate nella campagna della zona, che per motivi a noi ignoti fu ritenuta appartenere ad un martire locale, fatto poi oggetto di venerazione. Il nome stesso di Tegolo o Tegulo richiama curiosamente il più comune materiale di costruzione delle tombe di epoca romana, e potrebbe essere stato attribuito all’individuo inumato di cui non si conosceva ovviamente l’identità.
Le reliquie di San Tegolo, dopo essere state trasferite dalla loro originaria collocazione, riposano, insieme a quelle di San Besso, nella cappella del Santissimo Sacramento, mentre nella navata destra della chiesa vi è una cappella lui dedicata; la pala dell’altare rappresenta il santo nel tipico abbigliamento da milite romano, con la palma simbolo del martirio.


Autore:
Damiano Pomi

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Aggiunto/modificato il 2005-06-16

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