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Venerabile Arnaldo Canepa Laico, catechista

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Roma, 24 settembre 1882 - 2 novembre 1966

Arnaldo Canepa nasce a Roma il 24 settembre 1882. Figlio di un oste, alla morte del padre viene inviato dalla madre a Vallerano, dove viene istruito dal parroco del luogo. Passa poi in vari collegi, ma appena tornato a Roma si allontana dalla pratica cristiana, limitandosi a recitare la preghiera del mattino. Nel maggio 1921, entrato nella chiesa di Santa Maria Odigitria a Roma, ne esce trasformato e deciso, dopo essersi confessato, a cambiare vita. Entra nel Terz’Ordine Francescano e diventa catechista nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli, dando anche vita all’Azione Cattolica e a un gruppo scout. Colpito dallo stato di abbandono dei ragazzi che vivono nelle periferie di Roma, per loro rinuncia alle sue attività professionali e a tutti i suoi averi, scegliendo di vivere in francescana povertà. Nel dopoguerra inizia un’opera che lo porterà, nel 1945, a fondare il Centro Oratori Romani (in sigla, COR), diventato presto un punto di riferimento per gli oratori parrocchiali romani. Dopo quarant’anni trascorsi come catechista, si ritira nella clinica di Santa Maria della Fiducia a Roma, trascorrendo il tempo nella preghiera e nell’adorazione dell’Eucaristia. Vi muore il 2 novembre 1966, dopo una congestione cerebrale. Il 20 maggio 2023 papa Francesco ha autorizzato il decreto sull’eroicità delle virtù di Arnaldo Canepa, i cui resti mortali riposano dal 23 novembre 1989 a Roma, nella chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio al Quadraro, sede del primo oratorio da lui fondato.



Tutta colpa della Madonna, si bisbigliava. Forse è proprio per colpa della Madonna se Arnaldo Canepa, figlio di un oste, diventato anch’egli ristoratore in un avviatissimo locale alle Terme di Diocleziano, un bel giorno molla tutto, diventando povero in canna.
Nasce a Roma nel 1882, secondo di quattro figli, e come spesso accade nelle famiglie degli osti, i genitori non hanno troppo tempo per prendersi cura di lui. Soprattutto quando muore papà, e tutto il peso della gestione del locale viene a gravare su mamma. Che prende così la decisione di mandarlo a Vallerano (Viterbo), dove l'anziano parroco gli insegna a leggere su un testo di Storia Sacra e a pregare.
Passa poi in un collegio tenuto da religiosi, che non pare tuttavia lasciare in lui tracce importanti di un cammino di fede, tanto che il giovincello, appena rientrato a Roma dopo gli studi, viene subito assorbito nel vortice di un anticlericalismo, spesso triviale e meschino, che intossica gran parte della borghesia romana.
E così fino alla soglia dei 40 anni, manifestando simpatie socialiste e strizzando l’occhio alla massoneria, soltanto, incredibilmente, restando sempre fedele alla preghiera del mattino che gli hanno insegnato da bambino.
“Senza sapore” e “stupido”: così Arnaldo definisce questo periodo della sua vita, anche se vissuta all’insegna del divertimento e della spensieratezza, soprattutto nel suo ristorante, in cui si rivela brillante conversatore, che con abilità riesce ad intrattenere gli artisti e gli intellettuali che lo frequentano.
La svolta avviene in una sera di maggio del 1921, quando per curiosità mette il naso nella piccola chiesa di Santa Maria Odigitria, in via del Tritone: la predica mariana di un frate lo sconvolge al punto da farlo uscire completamente trasformato. Pur non entrando mai nei particolari di questa sua conversione, Arnaldo riconoscerà sempre alla Madonna il merito del suo cambiamento, che è radicale, incontrovertibile, definitivo.
Così tanto che l’anno successivo è già iscritto al Terz’Ordine Francescano, l’anno dopo aderisce alla Congregazione Mariana e, sempre nel 1923, nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli, organizza un Circolo Giovanile, la Conferenza di San Vincenzo, l’Azione Cattolica Adulti, il Gruppo Scout.
Nel fervore di iniziative, proprio dei neofiti, intanto, comincia a delinearsi lo specifico campo del suo apostolato. Tra i tanti bisogni delle periferie di Roma e tra le tante miserie che le affliggono, una particolarmente colpisce la sensibilità di Arnaldo: lo stato di abbandono dei giovani e le poche opportunità di formazione religiosa che le parrocchie sono in grado di offrire.
Nel 1929 inizia ad aiutare un prete belga, in una sorta di oratorio festivo nei quartieri Quadraro e Torpignattara ed è chiamato a sostituirlo, quando il religioso è allontanato dai fascisti nel 1931.
Inizialmente coinvolge, per un aiuto e un sostegno, i confratelli della San Vincenzo e i Terziari francescani, poi con il passare del tempo l’iniziativa si struttura con la formazione di catechisti ed animatori e, addirittura, con la creazione di spazi appositi.
Arnaldo è talmente convinto della validità e dell’urgenza di questa azione pastorale, da sacrificare ad essa la sua attività lavorativa, che abbandona senza rimpianti, investendovi anche tutti i suoi averi, fino a ridursi in stato di povertà.
Nel dopoguerra la sua attività di ricostruzione parte proprio dall’oratorio, con la creazione di un’istituzione apposita per gestire gli oratori anche nelle altre parrocchie romane. È così che nasce il COR (Centro Oratori Romani), ancora oggi attivo nella Capitale, che sviluppa una capillare attività oratoriale su richiesta dei singoli parroci, tanto che nel 1956 gli oratori a Roma sono 55 (su un centinaio di parrocchie), i catechisti 560, i ragazzi partecipanti quasi diciottomila.
Tutto grazie a quell’uomo, che scorrazza da un oratorio all’altro, continuando a ripetere che «se i bambini non avessero imparato all’Oratorio nient’altro che a recitare la preghiera del mattino ogni giorno, si sarebbe raggiunto un buon risultato».
Catechista per 40 anni, ha imparato a vivere «la vecchiaia come una piacevole vigilia in attesa della gran festa e la prospettiva della vicina morte anziché timore mi da un gran senso di distacco e di pace».
Scivola tra le braccia della morte la sera del 1° novembre 1966, perdendo i sensi per una congestione cerebrale e spegnendosi ventiquattr’ore dopo: ai bambini e ai ragazzi di Roma aveva donato veramente tutto!
Il 26 maggio 1993 il cardinal Camillo Ruini, Vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma, ha pubblicato l’editto con cui è iniziata ufficialmente la causa di beatificazione e canonizzazione di Arnaldo. La Congregazione delle Cause dei Santi ha emesso il nulla osta il 6 dicembre 1993.
L’inchiesta diocesana si è quindi svolta dal 26 febbraio 1994 al 30 novembre 2001; i relativi atti sono stati convalidati l’8 novembre 2002. La “Positio super virtutibus” è stata consegnata nel 2006.
Il 20 maggio 2023, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato il decreto sulle virtù eroiche di Arnaldo, il quale riposa, dal 23 novembre 1989, a Roma, nella chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio al Quadraro, sede del primo oratorio da lui fondato.


Autore:
Gianpiero Pettiti

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Aggiunto/modificato il 2023-07-02

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