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San Damiano di Terracina Diacono e martire

16 marzo

IV sec.

Diacono di Terracina nel IV secolo, visse in un'epoca turbolenta. Le persecuzioni di Costantino lo misero alla prova, ma la sua fede incrollabile lo guidò in un pellegrinaggio di crescita spirituale. Attratto dalla vita eremitica, San Damiano fondò un monastero, diventando guida per una comunità di discepoli.



La figura di San Damiano di Terracina, avvolta nella nebbia del IV secolo, emerge come un affascinante enigma storico. Le sue vicende, narrate in agiografie e testi antichi, intrecciano miracoli e leggende alla realtà storica, offrendo uno spaccato suggestivo della vita cristiana nel tardo Impero Romano.

Le origini e la fuga
Nato in una famiglia nobile di Anagni, Damiano si distinse fin dalla giovinezza per la sua pietà e il suo fervore religioso. Consacratosi al sacerdozio, divenne vescovo di Terracina durante il regno di Costantino I. Tuttavia, la sua serenità episcopale venne sconvolta dalle persecuzioni ordinate dall'imperatore Giuliano l'Apostata. Per sfuggire al martirio, Damiano intraprese un pellegrinaggio che lo condusse in diverse località d'Italia.

Il pellegrinaggio e i miracoli
Secondo la tradizione agiografica, il viaggio di Damiano fu costellato da miracoli e prodigi. In un primo momento, si rifugiò presso il vescovo Valentino di Terni, dove operò la guarigione miracolosa di un cieco. Successivamente, si recò a Roma, dove incontrò papa Liberio e ricevette da lui il conforto e la benedizione. Il suo peregrinare lo portò anche in Campania, dove si stabilì per un periodo nella città di Fondi. In questa città, la sua fama di taumaturgo si consolidò grazie alla guarigione di una donna indemoniata.

L'eremitaggio e la morte
Desideroso di una vita più solitaria e contemplativa, Damiano si ritirò in eremitaggio su una montagna nei pressi di Terracina. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita in preghiera e penitenza, nutrendosi solo di erbe selvatiche e acqua sorgiva. La sua fama di santità si diffuse rapidamente, attirando l'ammirazione e la devozione dei fedeli. La data della sua morte è incerta, ma si presume che sia avvenuta intorno al 362 d.C.

Autore: Franco Dieghi
 


 

La storia dei due Santi Valentino e Damiano è narrata negli "Atti della Vita e del Martirio di S. Valentino Vescovo e S. Damiano Diacono". Dagli Atti si apprende che il Santo nacque a Terracina durante l'impero di Costantino il Grande. I genitori, di nobili origini, impressero nei figli un'impronta cristiana che maggiormente si manifestò in Valentino, tanto che il Vescovo della città, pensò di ordinarlo sacerdote in giovane età. Valentino si dedicò anima e corpo alla Chiesa e morto il Vescovo fu eletto all’episcopato della sua città. Iniziò subito a mostrare le sue virtù di castità, umiltà e carità; sovvenendo si bisogni dei poveri, dei malati aiutando tutti coloro che si rivolgevano a lui. Alla morte di Costantino iniziarono le persecuzioni dei Cristiani e dopo essere stato arrestato e liberato, il Vescovo Valentino iniziò il suo pellegrinaggio che lo portò, come guidato dalla volontà di Dio, alla città a cui avrebbe successivamente dato il nome. Qui Egli convertì e battezzò la popolazione del posto ed edificò nuove chiese e ordinò nuovi sacerdoti. Ma nelle città vicine vi erano molti sacerdoti pagani che vedendo tali opere, indussero la maggior parte della popolazione contro San Valentino e il suo discepolo San Damiano, fino al punto da farli catturare, trasportare in un bosco vicino e farli decapitare. Qui furono sepolti dai fedeli cristiani e rimasero senza culto fino al periodo dei Normanni quando, tra il 1075 e il 1078, il re Trogisio dopo aver rinvenuto le spoglie dei Martiri, le fece portare nell'Oratorio situato in Castel di Pietra (antico nome di San Valentino) dove iniziarono a mostrarsi innumerevoli prodigi. Fu molto probabilmente proprio in questo periodo che Castel di Pietra cambiò nome per diventare San Valentino. Oggi i loro corpi riposano nella parrocchiale dei Ss. Valentino e Damiano situata sull'alto della gradinata e progettata dall'architetto Luigi Vanvitelli.

Il capitolo terzo degli "Atti" che riguarda appunto S. Damiano: "Assunta la cura del gregge di Gesù Cristo, il Vescovo Valentino, incominciò a mostrar chiaramente il progresso ch'egli faceva d'una in altra virtù: sovveniva ai bisogni delle vedove; stendeva la mano agli orfani; provvedeva alle necessità dè poverelli: e tutto ciò che aver poteva loro volentieri il distribuiva. Eravi intanto in Terracina una certa vedova per nome Procla con un figliuolo unico chiamato Damiano, che mancando di ogni alimento per se e pel figliuolo, si accostò un giorno ai piedi del buon Pastor Valentino, pregandolo che soccorresse alla sua miseria, e le desse tanto da poter con la prole sua campar la vita. Commosso il pietosissimo Padre alle preci della povera donna, prese fra le sue braccia l'infante di lei, e strettoselo al seno e baciatolo, se lo adottò per figlio alla presenza di tutti i circostanti e donò alla donna cinquanta monete d'oro, perché provvedesse con quelle ai suoi futuri bisogni e così la rimandò tutta giuliva alla propria casa e ritenne con sé il fanciullo. Il Santo Prelato l'incominciò a nutrire con diligenza grandissima e ad istruir premurosamente nel servizio di Dio. Lo imbevve della Dottrina della Chiesa secondo il costume e il rito de' Santi Padri, e quando quello toccò l'età adulta, il promosse al grado di Diacono; e Damiano restò sempre perseverante nella dottrina del maestro."


Fonte:
Parr. di San Valentino A.C.

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Aggiunto/modificato il 2024-02-15

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