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Beato Dionisio (Dionigi) Pamplona Polo Sacerdote scolopio, martire

25 luglio

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Calamocha, Spagna, 11 ottobre 1868 – Monzon, Spagna, 25 luglio 1936

Dionisio Pamplona Polo nacque a Calamocha, provincia di Teruel, Spagna, 1'11 ottobre 1868, primogenito di Jakob Pamplona e Da¬miana Polo. Fu battezzato lo stesso giorno col nome di Dionisio. Terminati gli studi elementari, entrò, il 16 novembre 1882, nel noviziato degli Scolopi di Peralta de la Sal. Il 2 agosto 1885 fece la professione semplice dei tre voti più quello dell'insegnamento, specifico degli Scolopi. Concluso il periodo di formazione, fu ordinato sacerdote il 7 settembre 1891. Saragozza, Alcafiiz, Jaca, Peralta de la Sal, Pamplona e Barbastro furono le città della Spagna dove esercitò in seguito il suo apostolato, nel campo educativo, nel ministero parrocchiale o nella formazione dei novizi nelle case dell'Ordine. Fu anche in Argentina, Rettore e parroco nella Casa di Buenos Aires nel triennio 1910-1922. Ritornato in Spagna, fu nominato Rettore del collegio di Pamplona e nel 1934 di quello di Peralta de la Sal quando, il 23 luglio 1936, fu messo in prigione. Il giorno seguente scappò dal carcere in parrocchia a celebrare la messa a porte chiuse e a consumare le sacre Specie. Nell'uscire di chiesa gli chiesero le chiavi e al suo rifiuto lo portarono a Monzón e lo chiusero in carcere. Il 25 luglio 1936 fu fucilato nella Piazza Maggiore con 24 altri condan¬nati. I cadaveri furono posti subito in una fossa comune.

Martirologio Romano: In località Monzon vicino a Huesca nell’Aragona in Spagna, beato Dionigi Pamplona, sacerdote dell’Ordine dei Chierici regolari delle Pie Scuole e martire, ucciso in odio alla fede sempre nella stessa persecuzione.


La feroce guerra civile spagnola, che imperversò in due momenti successivi, separati fra loro dal breve spazio di due anni, nel 1934 con la Rivoluzione delle Asturie (5-14 ottobre) e dal luglio 1936 al 1939; portò in essa per una complessa combinazioni di varie ragioni, oltre che motivi politici, anche un filone di aperta lotta antireligiosa.
A causa di ciò, caddero vittime innocenti, migliaia di ecclesiastici, di tutte le condizioni, vescovi, sacerdoti, suore, seminaristi, religiosi di parecchi Ordini, laici impegnati nell’apostolato cattolico.
Nel 1934 i martiri furono pochi, grazie al duro intervento del Generale Franco, ma specie nel 1936 il numero raggiunse oltre 7000 martiri, fu una vera e propria persecuzione generalizzata, che durò più a lungo, colpendo le zone della Spagna dove si era affermata la Repubblica ad opera di gruppi e partiti estremisti, che agirono con potere autonomo ed arbitrario.
E fra i tanti martiri dei vari Ordini Religiosi, che nulla avevano a che fare con la politica, la Chiesa il 1° ottobre 1995 con papa Giovanni Paolo II, ha beatificato tredici Religiosi Scolopi, come venivano e vengono chiamati, i membri della “Congregazione delle Scuole Pie”, fondata da s. Giuseppe Calasanzio nel 1597.
Essi tutti spagnoli, morirono in giorni e luoghi diversi, in quel fatidico anno 1936; ne riportiamo i nomi e per quanto riguarda le loro note biografiche, si rimanda alla scheda propria di ognuno:
Padre Dionisio Pamplona, padre Manuel Segura, fratel David Carlos, padre Faustino Oteiza, fratel Fiorentino Felipe, padre Enrico Canadell, padre Maties Cardona, padre Francesco Carceller, padre Ignasi Casanovas, padre Carlos Navarro, padre José Ferrer, padre Juan Agramunt, padre Alfredo Parte.

Padre Dionisio Pamplona nacque l’11 ottobre 1868 a Calamocha (Teruel), vestì l’abito religioso degli Scolopi a 15 anni nel 1883, proseguendo tutto il prescritto corso di studi fino ad arrivare al sacerdozio, che ricevette a Jaca nel settembre del 1893 all’età di 25 anni.
Svolse per 25 anni l’apostolato dell’insegnamento, con totale spirito di obbedienza e di carità, come pure nel ministero parrocchiale. Fu maestro dei novizi dal 1904 al 1912, superiore della Casa di Peralta de la Sal (1913-19), fu anche in Argentina come superiore a Buenos Aires (1919-!922), dove contemporaneamente fu anche parroco della Chiesa di S. Giuseppe Calasanzio.
Tornato in Spagna divenne Superiore della Casa di Pamplona (1925-1928) dove comprò il terreno per il nuovo collegio; ancora nel 1934 venne nominato Superiore della Casa di Peralta de la Sal, curando anche la locale chiesa parrocchiale.
Un confratello scrisse di lui: “Diede prova di grande prudenza e di grande zelo, nel promuovere la vita religiosa e l’attività educativa, preoccupato che gli alunni progredissero non solo nelle lettere, ma anche nelle virtù”.
Il 24 luglio 1936 la bufera della Guerra Civile si abbatté anche sulla parrocchia di Peralta de la Sal, paese natale del fondatore degli Scolopi, s. Giuseppe Calasanzio; il parroco Dionisio Pamplona dopo aver celebrato la Messa, venne arrestato dai miliziani e mentre usciva dalla chiesa, i rivoluzionari gli ordinarono di consegnare le chiavi, rispose prontamente: “Consegnerò le chiavi della chiesa solo al vescovo che me le ha date”; gliele dovettero strappare di mano con violenza e minacce; fu condotto prigioniero a Monzon in Aragona.
Nella notte del 25 lo fecero uscire dal carcere, mentre egli salutava i compagni dicendo: “Addio, arrivederci in cielo”. Poi fu fucilato in piazza insieme ad altri religiosi; primo dei tredici martiri Scolopi a dare il tributo di sangue della Congregazione per la difesa della Fede, nella travagliata Spagna di quel tempo.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-08-28

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