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Venerabile Luigi Sodo Vescovo

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Napoli, 26 maggio 1811 - Cerreto Sannita, Benevento, 30 luglio 1895

Luigi Sodo nacque a Napoli, più precisamente nel quartiere di Chiaia, il 26 maggio 1811, da una famiglia agiata. Si orientò verso il sacerdozio intorno ai tredici anni: frequentò da esterno il liceo arcivescovile di Napoli e fu ordinato sacerdote il 20 dicembre 1834. Cominciò il suo ministero nelle esperienze di evangelizzazione serale (le cappelle serotine) rivolte ai pescatori di Chiaia, occupandosi anche di malati e carcerati. Per il suo impegno pastorale, nel quale fu sempre sostenuto dal fratello Giovanni, venne proposto al Papa come vescovo di Crotone. Fu ordinato vescovo il 28 marzo 1852, ma il suo episcopato a Crotone durò un anno, per ragioni di salute. Il 27 giugno 1853, fu destinato alla diocesi di Telese-Cerreto, che resse per quarantadue anni, in un tempo caratterizzato dai contrasti tra la Chiesa e il nascente Stato unitario italiano. Monsignor Sodo patì anche l’esperienza del carcere, a causa di accuse, rivelatesi false, che lo volevano tra i cospiratori filoborbonici: la colse come un’opportunità per meditare meglio la Passione di Cristo. Rientrato in diocesi, si diede all’opera di ricostruzione spirituale, a partire dalla formazione dei sacerdoti, fino alla promozione del culto al Sacro Cuore e all’Eucaristia. Il suo fisico, già debilitato dalla prigionia, ebbe un crollo quando, il 28 giugno 1895, si fratturò il femore. Morì circa un mese dopo, il 30 luglio 1895, compianto da tutta la diocesi. Il 21 maggio 2022 papa Francesco autorizzò il decreto con cui monsignor Sodo, le cui spoglie riposano nella cattedrale di Cerreto, veniva dichiarato Venerabile.



Luigi Sodo nacque a Napoli, più precisamente nel quartiere di Chiaia, il 26 maggio 1811. I suoi genitori, Baldassarre e Marianna Riccio, di ceto agiato e molto religiosi, ebbero cinque figli.
Verso i tredici anni, guidato spiritualmente dal canonico Antonio Grasso, Luigi, d’indole mite e serena, si orientò verso il sacerdozio: frequentò da esterno il liceo arcivescovile napoletano, distinguendosi sia negli studi classici, sia in quelli teologici.
Venne ordinato sacerdote il 20 dicembre 1834 dal cardinale Giudice Caracciolo e si laureò in Teologia qualche tempo dopo, nella Regia Università di Napoli. Quando Luigi fu ordinato sacerdote, anche Giovanni, uno dei suoi fratelli, lasciò la famiglia, per andare a vivere insieme a lui: gli fu intimo collaboratore per tutta la vita.
Il giovane don Luigi cominciò il suo ministero pastorale nelle cosiddette cappelle serotine di Chiaia, ovvero delle esperienze di evangelizzazione serale, rivolgendo le sue cure ai pescatori della zona, ai malati e ai carcerati. Fu rettore della chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone ed economo curato di Santa Lucia al Mare. Fu anche missionario predicatore per diversi anni in tutta la Campania e nel 1851 venne nominato Superiore di una delle quattro Congregazioni missionarie esistenti nella regione.
Per il suo ardore apostolico, che gli valse stima tra poveri e ricchi, fu proposto dal re Ferdinando II per la sede vescovile di Crotone in Calabria, al tempo vacante. Don Luigi accettò la nomina, benché tendesse a rifuggire ogni onore: fu ordinato vescovo il 28 marzo 1852 nella chiesa dei Santi Apostoli a Roma. Tuttavia, dopo appena un anno di vita diocesana, una gravissima malattia lo costrinse a lasciare Crotone e la diocesi, per ritornare a Napoli a curarsi.
Guarito, l’anno seguente fu in un primo momento proposto alla guida della diocesi di Sulmona in Abruzzo, ma poi, il 27 giugno 1853, fu destinato alla diocesi di Telese-Cerreto nel Sannio beneventano, da poco ripristinata da papa Pio IX (beatificato nel 2000).
Il 14 agosto entrò solennemente nella cattedrale di Cerreto, governando da quel giorno la diocesi sannita per quarantadue anni. Fu pastore zelante anche e specialmente nei momenti di crisi; curò particolarmente il seminario diocesano, la cattedrale e le parrocchie.
Con le vicende storiche che interessarono l’Unità d’Italia e particolarmente il Sud della Penisola, nel 1860, come altri vescovi meridionali, dovette lasciare la diocesi, vivendo in una specie di esilio per cinque anni a Napoli, utilizzando il fratello Giovanni, ormai sacerdote, come tramite per continuare a seguire la vita della diocesi lontana.
Il 6 gennaio 1863 venne arrestato, insieme ad altri ecclesiastici, con l’accusa di cospirare contro il Governo italiano e di istigare i moti popolari filoborbonici; restò in carcere per quarantadue giorni. Dopo cinque anni di umiliazioni e di accuse, rivelatesi infondate, nel settembre 1865, poté ritornare nella sua diocesi di Telese - Cerreto, che oggi comprende anche Sant’Agata dei Goti. Mai confuse la causa politica con quella della Chiesa: volle sempre che quest’ultima godesse della libertà necessaria per portare il Vangelo in ogni ambiente.
Ritornato in carica, si dedicò subito all’importante opera di ricostruzione spirituale e disciplinare del seminario, di formazione per il clero, di incremento per le vocazioni. Indisse un Sinodo diocesano nella primavera del 1893, visitò più volte la diocesi, scrisse numerose lettere pastorali.
Numerose furono poi le sue opere di carità: aveva un’attenzione speciale per i “poveri vergognosi”, ossia i nobili decaduti che non osavano chiedere assistenza per questioni di onore, e per le ragazze da sposare sprovviste di dote.
Partecipò al Concilio Vaticano I, promosse l’Apostolato della Preghiera, la devozione al Sacro Cuore e al Santissimo Sacramento, la recita del Rosario. Per l’intenso lavoro apostolico, godette della stima dei Papi Pio IX e Leone XIII.
Il 28 giugno 1895 ormai ottantaquattrenne, si fratturò il femore. Questo fu l’inizio della fine della sua esistenza, tutta consumata nella penitenza, nella preghiera, nelle veglie notturne, nel servizio filiale al Papa ed alla Chiesa.
Lo stato fisico generale, già debilitato, non reagì al trauma subito: il 30 luglio 1895, monsignor Sodo morì a Cerreto Sannita. I suoi funerali si trasformarono in un’apoteosi, con la partecipazione di tutto il clero e di una massa di fedeli rattristati.
Sedici anni dopo, il 12 giugno 1911, il suo corpo venne esumato e tumulato nella cattedrale di Cerreto. Il processo ordinario per la sua beatificazione iniziò il 13 maggio 1916, mentre il processo apostolico iniziò solo il 20 ottobre del 1953, con l’apertura degli atti del processo informativo. L’11 gennaio 2008 fu emesso il decreto di convalida dell’inchiesta diocesana.
Presentata la “Positio super virtutibus” nel 2015, si tenne la riunione dei Consultori storici il 1° dicembre 2015. Nel congresso dei Consultori Teologi, l’8 giugno 2021, si discusse a favore dell’eroicità delle sue virtù, parere confermato anche dai cardinali e dai vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi.
Il 21 maggio 2022, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui monsignor Sodo veniva dichiarato Venerabile.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2022-08-08

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