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San Vittore di Piacenza Vescovo

9 dicembre

Piacenza 300 ca. – 7 dicembre 375 ca.


Seguendo le congetture degli studiosi ed in mancanza di notizie certe, tenendo conto che s. Vittore fu vescovo di Piacenza, subito prima di san Savino, il quale governò la diocesi dal 376, si può dedurre che egli nacque verso l’anno 300 e iniziò il suo ministero episcopale nel 322, quindi abbastanza giovane, ma non era una novità per quei tempi.
Il più antico documento, che lo ricorda come primo vescovo di Piacenza, è un codice membranaceo, che lo definisce “confessoris episcopi”, il quale si trova nell’archivio piacentino di S. Antonino.
Vittore fece costruire fuori le mura della città, la chiesa che fece intitolare al martire s. Vittore e che successivamente si chiamò di S. Antonino martire, in omaggio al patrono della città. Seguendo la notizia, che l’imperatore Costantino diede aiuti concreti al vescovo Vittore, per la costruzione della chiesa, l’edificazione della stessa si può farla risalire al 325-337, quando Costantino, scomparso Licinio, governò da solo.
Vittore sarebbe stato presente al Concilio di Nicea del 325, al Sinodo di Roma del 324 ed a quello di Milano del 355 e inoltre al Concilio di Roma del 372, in cui sottoscrisse la lettera sinodica inviata dai vescovi d’Occidente ai vescovi d’Oriente, per mano del diacono Savino, che diverrà poi vescovo di Piacenza e successore di Vittore.
Combatté contro gli ariani che dilagavano nella vicina Milano, protetti dal vescovo Assenzio; si recò a Milano nel 374, per la consacrazione episcopale di s. Ambrogio. Lo stesso s. Ambrogio lodò l’opera apostolica di s. Vittore, dopo la sua scomparsa, sottolineando la sconfitta del paganesimo e l’entusiasmo con cui molte fanciulle piacentine, sceglievano di andare a Milano per condurre una vita di verginità.
Secondo antichi testi liturgici, risalenti al secolo X, Vittore morì a Piacenza dopo un lungo episcopato, il 7 dicembre 375 ca., giorno in cui poi venne celebrato; desiderò di essere sepolto nella chiesa da lui innalzata e nella quale il suo successore depose le reliquie di s. Antonino; nella stessa urna furono deposte anche quelle di s. Vittore.
I due santi da quel periodo ebbero un culto comune, sebbene quello per s. Antonino, essendo martire, fosse più antico. La basilica fu ricostruita intorno all’anno 1000, dal vescovo Sigifredo dopo che fu semidistrutta dai barbari invasori.
Sono state effettuate in tutti i secoli successivi, fino ai nostri giorni, molte ricognizioni delle reliquie, in occasione delle visite pastorali dei vescovi piacentini e nel 1879 esse furono sottoposte ad un’accurata esplorazione scientifica.
Nella seconda metà del Novecento la sua festa è stata spostata al 9 dicembre, forse per la concomitanza della ricorrenza al 7 dicembre della festa di s. Ambrogio, patrono della vicina metropoli milanese.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-06-11

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