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San Giuseppe l’Innografo Monaco a Costantinopoli

3 aprile

Sicilia, 816 - Costantinopoli, 3 aprile 886

Nacque in Sicilia nell'816 e al tempo dell'invasione araba dell'827, con la sua famiglia si rifugiò nella Grecia Meridionale. Nell'831 si recò a Tessalonica nella Macedonia, entrando nel monastero di Latomia. Consacrato sacerdote, ebbe come maestro spirituale San Gregorio il Decapolita, che verso l'840 lo condusse a Costantinopoli. L'anno successivo Giuseppe fu inviato a Roma dal papa Gregorio IV, per chiedere il suo aiuto nella lotta contro l'eresia iconoclasta. La nave su cui era imbarcato, cadde però nelle mani di pirati arabi che lo condussero a Creta; riscattato e liberato nell'843 tornò a Costantinopoli dove trovò il suo maestro morto. Coinvolto nella vicenda della deposizione del patriarca Ignazio, nell'858, fu esiliato a Cherson in Crimea, dove rimase probabilmente fino al reintegro di Ignazio nell'867. L'imperatore Basilio I il Macedone (812-886) gli affidò la custodia di Santa Sofia a Costantinopoli. Morì nel 886. Sono celebri i suoi inni sacri da cui è derivato il nome «Innografo». (Avvenire)

Martirologio Romano: A Costantinopoli, san Giuseppe, detto l’Innografo, sacerdote e monaco, che, mentre imperversav la lotta contro le sacre immagini, fu mandato a Roma ad invocare la protezione della Sede Apostolica e, dopo aver patito grandi tribolazioni, ebbe infine l’incarico di custode dei vasi sacri della chiesa di Santa Sofia.


La ‘Vita’ di s. Giuseppe l’Innografo fu scritta dal suo discepolo e successore Teofano; nacque in Sicilia nell’816 e al tempo dell’invasione araba dell’827, con la sua famiglia si rifugiò nel Peloponneso (Grecia Meridionale).
A quindici anni nell’831 si recò a Tessalonica (odierna Salonicco) nella Macedonia, prendendo l’abito religioso nel monastero di Latomia. Consacrato sacerdote, ebbe come maestro spirituale San Gregorio il Decapolita, che verso l’840 lo condusse con sé a Costantinopoli, dove insieme ad altri discepoli vissero nella chiesa di S. Antipa.
L’anno successivo Giuseppe fu inviato a Roma dal papa Gregorio IV, per chiedere il suo aiuto nella lotta ingaggiata dal suo maestro e i discepoli, contro l’eresia iconoclasta, iniziata dall’imperatore Leone III l’Isaurico nel 726.
La nave su cui era imbarcato, cadde però nelle mani dei pirati arabi che lo condussero a Creta; venne riscattato e liberato da persone caritatevoli e nell’843 tornò a Costantinopoli dove trovò il suo maestro Gregorio il Decapolita morto o moribondo.
Restò come eremita nella stessa chiesa di S. Antipa, poi per cinque anni fu nella chiesa di S. Giovanni Crisostomo, dove nell’850 fondò un monastero, diventando egumeno (abate), deponendovi anche le reliquie di Gregorio, del suo discepolo Giovanni e quelle di s. Bartolomeo, ottenute a Tessalonica.
Venne coinvolto nella vicenda della deposizione del patriarca Ignazio, avvenuta il 23 novembre 858 e perché amico e sostenitore del patriarca, fu esiliato dal potente cesare Bardas a Cherson in Crimea, dove rimase probabilmente fino al reintegro di Ignazio nell’867.
L’imperatore Basilio I il Macedone (812-886) gli affidò la custodia di S. Sofia a Costantinopoli, in questa funzione ricevé gli inviati del papa Adriano II al Concilio di Costantinopoli, il 25 settembre 869.
Dopo una interruzione, ricoprì la carica di nuovo fino all’886, anno in cui morì il 3 aprile, giorno della sua attuale celebrazione liturgica. Sono celebri i suoi inni sacri, accolti nella liturgia greca, da cui è derivato il nome ‘Innografo’.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-04-12

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