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Beato Bernardino Caimi Francescano

9 febbraio

† 1500

Frate francescano nato tra il primo decennio del XV secolo e il 1425, fu un uomo di grande fede e carità, attivo in tutta la Lombardia e in altre parti d'Europa. Nella sua lunga vita ricoprì importanti incarichi religiosi, tra cui commissario dei francescani in Calabria e in Bosnia-Erzegovina, e ambasciatore presso il re Ferdinando di Spagna. Nel 1478 fu nominato commissario e custode di Terra Santa, un'esperienza che lo segnò profondamente e lo portò a concepire l'idea di costruire il Sacro Monte di Varallo, una riproduzione dei luoghi santi della Palestina. Caimi iniziò la costruzione del Sacro Monte nel 1486 e vi lavorò fino alla sua morte, avvenuta nel 1500.



Riguardo al luogo e alla data di nascita di Bernardino Caimi esistono opinioni diverse: da chi lo vorrebbe nato a Milano (Salsa) a chi, più precisamente, indica Alagna Lomellina, dove la nobile famiglia possedeva un castello (Pianzola), da chi lo vuole nato nel primo decennio del XV secolo, a coloro che indicano convenzionalmente il 1425 come periodo della sua nascita.
Sicura è comunque la sua presenza nel 1467 e poi ancora nel 1474 nel convento francescano di Sant’Angelo a Milano, nel 1475 è guardiano nella comunità di Lodi, carica che, l’anno seguente, ricoprirà anche nel capoluogo lombardo, sempre nel convento di sant’Angelo: incarichi che confermano come il Caimi fosse uno dei padri più stimati della Lombardia, uomo di grande prudenza e capacità di governo non comuni.
La sua fama si diffuse ben presto anche oltre i confini della sua provincia religiosa, come dimostrano gli importanti compiti lui assegnati sia all’interno dell’ordine, sia da parte del pontefice, missino molto delicate che egli portò lodevolmente a termine. Fu commissario dei francescani in Calabria nel 1484 e di territori particolarmente difficili, quali la Bosnia e la Croazia, allora come oggi al centro di conflitti politico – religiosi generati dall’incontro tra il mondo occidentale cristiano e quello orientale islamico, non si dimentichi che nel 1453 era terminato, con la caduta di Costantinopoli, l’impero romano - cristiano d’oriente.
Proprio per predicare una crociata contro i Turchi, Caimi venne scelto da papa Sisto IV, che successivamente lo invierà anche ambasciatore presso il re Ferdinando di Spagna. Indubbiamente però egli si distinse maggiormente nel periodo in cui ricoprì, in vari momenti a partire dal 1478, la carica di commissario e custode di Terra Santa, esperienza da cui, come è noto, scaturì in lui l’idea di edificare il Sacro Monte, come esatta riproduzione dei santuari di Palestina che, per i motivi politici sopra ricordati, erano molto difficili da raggiungere dai pellegrini europei.
Il nome di Bernardino Caimi rimase così definitivamente legato a Varallo, la ridente città capoluogo della Valsesia dove, a partire dal 1486, egli si dedicò alla costruzione prima del convento e della chiesa della Madonna delle Grazie e poi del santuario stesso fina alla sua morte avvenuta, molto probabilmente, il 9 febbraio 1500 (La data del 1499 è ormai provato essere derivata da un errore di trascrizione, essendo documentato, da una lettera che il 12 agosto di quell’anno egli era ancora in vita.)
Attorno alla figura di questo frate, dalla fede schietta e concreta quasi ingenua, si formò un alone di santità che si concretizzò, molto presto, in una forma religiosa di culto: un dato di fatto indiscutibile, comprovato da numerose e sicure testimonianze. Al Caimi viene attribuito ab immemorabili il titolo di beato, un attributo che si riscontra nei testi dei documenti, nelle antiche guide del santuario (dal 1514), e nelle immagini, iscrizioni e statue che lo riguardano. Almeno dal 1514 è in venerazione, presso la cappella del Santo Sepolcro, la reliquia del suo teschio, ed è noto come la ricognizione e la successiva esposizione in un luogo sacro dei resti di una persona era indice di un culto praticato nei suoi confronti, anzi va ricordato che, per tutto il medioevo e fino ai decreti di Urbano VIII, tale atto era gia di per sé il riconoscimento ufficiale della santità dell’individuo.
Anche le più antiche testimonianze iconografiche, statue, quadri e affreschi, ritraggono il Caimi con l’aureola a raggi, propria dei beati, mentre reca sulle sue mani il modellino del Sacro Monte. Dai calendari e dalle cronache è documentata anche la celebrazione di due feste annuali in onore del Beato: il 9 febbraio dies natalis ed il martedì di Pentecoste (forse inventio delle reliquie?), celebrate a Varallo con grande solennità e molto sentite dalla popolazione. Nel 1765, ai sacerdoti secolari succeduti ai frati nella custodia del santuario, è intimato, con decreto regio emanato dal senato di Torino, di continuare a celebrare la festa in onore del Beato, la cui soppressione aveva creato forte malcontento tra i fedeli.
Che il culto tributato al fondatore del complesso fosse approvato e non solo tollerato dall’autorità ecclesiastica, è provato dalla presenza alle feste in suo onore di alti prelati, che altrimenti sarebbero certo intervenuti per impedire un abuso; del resto anche il Breve di Clemente XI e la Bolla di Sisto V che riguardano il Sacro Monte a fra Bernardino è attribuito il titolo di Beato. Con il passare dei decenni tuttavia diminuì l’attenzione devozionale verso il Caimi, la cui memoria venne perpetuata più all’interno degli studi che non della pratica religiosa, a partire dal dopoguerra il suo nome scomparve dai calendari e i tentativi compiuti, già all’inizio del novecento, per giungere ad una ufficiale sua beatificazione non ebbero seguito.
Dal 2002 si è tornati a celebrare solennemente la sua festa, stabilendo alla seconda domenica di ottobre la data della ricorrenza, nell’ottobre del 1491, infatti, venne consacrata la cappella del Santo Sepolcro la prima edificata dal frate francescano sul monte, escludendo sia per motivi climatici il 9 febbraio, a Varallo è ancora pieno inverno, sia per motivi pratici il martedì di Pentecoste, giorno seguente la festa patronale della città dedicata alla Madonna Incoronata. A più di cinquecento anni dalla sua morte, la riproposta del ricordo di Bernardino Caimi richiama a tutti, religiosi e laici, il dovere di essere testimoni di Cristo, crocifisso e risorto, sulle strade del mondo, per far scaturire un rinnovato impegno ecclesiale, sociale e culturale come il degno figlio di Francesco fece tra gli uomini del suo tempo.


Autore:
Damiano Pomi

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Aggiunto/modificato il 2002-10-24

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