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San Davide Roldán Lara Giovane laico, martire

15 agosto

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Chalchihuites, Messico, 2 marzo 1902 – 15 agosto 1926

David Roldán Lara nacque a Chalchihuites, nella diocesi di Durango in Messico, il 2 marzo 1902. Rimase orfano di padre quando aveva appena un anno. Studiò nel Seminario Conciliare di Durango, ma dovette uscirne per ragioni economiche. A diciassette anni trovò lavoro in un’impresa mineraria, per sostenere la madre e i fratelli. Aderì all’Associazione Cattolica della Gioventù Messicana, di cui divenne presidente nel 1925. Fu anche vicepresidente della sezione del suo paese della Lega Nazionale di Difesa della Libertà Religiosa. Si fidanzò con la figlia del suo datore di lavoro, ma i progetti di matrimonio furono interrotti a causa dei conflitti tra lo Stato messicano, che aveva imposto leggi anticlericali, e la Chiesa cattolica. Il 15 agosto 1926 fu arrestato in casa propria, con l’accusa d’incitamento alla sedizione. Lo stesso giorno venne fucilato insieme al cugino Salvador Lara Puente, dopo che ebbe assistito con lui all’esecuzione del parroco di Chalchihuites, don Luis Batis Sáinz, e di un loro amico, Manuel Morales. David aveva ventidue anni. È stato canonizzato il 21 maggio 2000 da san Giovanni Paolo II, insieme ai suoi compagni di martirio e ad altri ventuno tra sacerdoti e laici uccisi in Messico durante la stessa persecuzione religiosa. I resti mortali dei quattro martiri di Chalchihuites riposano nella chiesa parrocchiale del paese.

Emblema: Palma

Martirologio Romano: In localitŕ Chalchihuites nel territorio di Durango in Messico, santi martiri Luigi Batis Sáinz, sacerdote, Emanuele Morales, padre di famiglia, Salvatore Lara Puente e Davide Roldán Lara, uccisi in odio alla fede durante la persecuzione messicana.


David Roldán Lara nacque a Chalchihuites, presso Zacatecas, nella diocesi di Durango in Messico, il 2 marzo 1902. Quando aveva un anno, perse suo padre, Pedro Roldán Reveles. Iniziò gli studi in una scuola privata e li proseguì, da adolescente, nel Seminario Conciliare di Durango. Tuttavia, per ragioni economiche, dovette interromperli.
Cercava in ogni modo di non essere di peso a sua madre, Reinalda Lara Granados, comportandosi in modo rispettoso e obbediente nei suoi riguardi. Nei confronti dei fratelli, poi, svolgeva in tutto le funzioni che sarebbero spettate a suo padre.
Anche i suoi amici apprezzavano la sua gioia e la generosità con cui si prestava a ogni servizio. Si accostava con frequenza alla Comunione ed era uno dei principali collaboratori del suo parroco, don Luis Batis Sáinz.
A diciassette anni trovò lavoro in un’impresa mineraria, presso la miniera “El Conjuro”. Il proprietario, Gustavo Windel, lo prese a ben volere e approvò il fidanzamento di sua figlia con lui. Anche sul posto di lavoro, David fu ordinato e responsabile.
I progetti di matrimonio dei due giovani furono interrotti quando il presidente della Repubblica, Plutarco Elias Calles, promulgò alcune leggi che proibivano la pratica religiosa in pubblico. David, che nel 1925 era diventato presidente dell’Associazione Cattolica della Gioventù Messicana, venne anche nominato vicepresidente della sezione della Lega Nazionale di Difesa della Libertà Religiosa a Chalchihuites.
Il 29 luglio 1926 si tenne la prima riunione. Le proposte furono chiare sin dal principio: no alla violenza, sì alla resistenza organizzata e pacifica. Una delle mete fu la redazione di una petizione, sottoscritta dal maggior numero di persone possibile, che chiedesse la deroga delle leggi anticlericali, che limitavano la libertà religiosa.
Tuttavia, il sindaco di Chalchihuites, Donanciano Pérez, accusò il parroco e i suoi collaboratori d’incitamento alla sedizione tramite rivolta armata, il che era decisamente in contrasto con lo spirito dell’associazione.
Il 15 agosto 1926, David si stava preparando per andare a Messa, quando un drappello di soldati, inviati dal generale Eulogio Ortíz, venne ad arrestarlo. Uscì di casa sorridendo, senza dar segno di preoccupazione o di timore di fronte ai persecutori. Venne quindi condotto al Palazzo Municipale di Chalchihuites, in cui erano prigionieri il suo parroco, il suo amico e presidente della Lega Nazionale di Difesa della Libertà Religiosa,Manuel Morales e suo cugino Salvador Lara Puente.
Alcuni vicini di casa cercarono di ottenere la loro liberazione, ma senza esito. Anche il datore di lavoro e futuro suocero di David tentò di riscattare i prigionieri, disposto a offrire tutto il denaro necessario. Gli venne risposto che non serviva: sarebbero stati portati a Zacatecas a deporre, poi sarebbero tornati indietro.
Di fatto, a mezzogiorno furono portati fuori dalla prigione. Anche allora, David non perse il controllo di sé. Fu caricato sulla stessa automobile dove era stato fatto salire suo cugino. Entrambi assistettero all’esecuzione di Manuel e di don Luis, che prima di morire aveva impartito l’assoluzione ai suoi giovani.
Vennero quindi portati a circa centosessanta passi dal luogo della precedente esecuzione. Mentre camminava, David pregava ed era sereno. Morì gridando: «Viva Cristo Re e la Vergine di Guadalupe!», come aveva sentito esclamare dal parroco e dall’amico. Un soldato gli sparò il colpo di grazia in pieno volto. David aveva ventidue anni.
I suoi familiari recuperarono il cadavere sfidando un uragano, ma più del maltempo temevano che il generale Ortíz venisse a portarlo via e a disperderlo. Oggi i suoi resti riposano nella parrocchia di Chalchihuites, insieme a quelli dei suoi compagni di martirio.
Tutti e quattro sono stati inseriti nel gruppo capeggiato da don Cristóbal Magallanes Jara, che contava in tutto venticinque tra sacerdoti e laici uccisi nella stessa persecuzione in Messico. Beatificati il 22 novembre 1992 dal Papa san Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro in Vaticano, sono stati da lui stesso canonizzati il 21 maggio 2000 in piazza San Pietro.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2019-07-12

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