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Sante Magnanzia e Massima Vergini

26 novembre

† Borgogna, 448 - † Auxerre, 451?

Discepole di san Germano d'Auxerre, nel 448 riportarono il suo corpo in Gallia.

Etimologia: Massima = grandissima, dal latino


Quel poco che si sa delle due vergini Magnanzia e Massima, proviene da due fonti non tanto sicure, una ‘Vita’ anonima, anteriore al XII sec. e i “Miracula sancti Germani” di Enrico d’Auxerre.
Enrico racconta che s. Germano d’Auxerre, morì mentre era alla corte imperiale di Ravenna nel 448; il suo corpo fu riportato in Gallia, accompagnato dalle cure e dalle preghiere di cinque vergini, forse italiane, che erano diventate sue discepole: Magnanzia, Palladia, Camilla, Porzia e Massima.
Le prime tre morirono durante il lungo viaggio e sulle loro tombe furono costruite alcune chiese; Enrico d’Auxerre riferisce che al suo tempo (976), folle di pellegrini vi si recavano per tutto l’anno.
A conferma di ciò, esistono in Borgogna le località di Ste-Pallaye (Vermenton) e di Ste-Magnance. La ‘Vita’ racconta che Magnanzia nacque a Civitavecchia, ma si dilunga soprattutto sul modo con cui fu scoperto il posto della sua tomba.
La pietra che ricopriva la sepoltura, serviva abitualmente ai pastori dei dintorni per sedersi e riposare, stranamente questa pietra era calda d’inverno e fresca d’estate. Uno dei tanti pellegrini che si recavano a Ste-Pallaye, una sera si coricò sopra e s’addormentò; in sogno vide le due vergini Magnanzia e Massima che si incontravano e poi si avvicinavano a lui per proteggerlo dagli assalti di un serpente, che effettivamente lo minacciava mentre dormiva.
Per riconoscenza il pellegrino raccontò a tutti il fatto e così fu scoperta anche la tomba. Nacque così il culto per s. Magnanzia, alla cui diffusione contribuirono i monaci di Moutiers-Saint-Jean.
Il bel sepolcro della vergine Magnanzia, che ancora oggi si conserva, risale al XII secolo e i suoi artistici bassorilievi raffigurano le scene della leggenda; per fortuna le reliquie sfuggirono alle distruzioni dei calvinisti e a quelle della Rivoluzione Francese.
Nel 1823 e 1842, furono effettuate due ricognizioni canoniche delle reliquie; santa Magnanzia veniva invocata particolarmente per i fanciulli moribondi, la festa nella diocesi di Sens è il 26 novembre.
Alla stessa data è ricordata la vergine Massima, che secondo la già citata ‘Vita’ proseguì il viaggio accompagnando la salma del santo vescovo Germano fino ad Auxerre, dove poi morì qualche anno dopo, in data imprecisata.
Le sue reliquie erano conservate nel monastero di Auxerre fino al 1567, quando vennero distrutte dai calvinisti. Per il percorso di vita verginale fatto insieme, per il sogno in cui comparvero entrambe a salvare il pellegrino, le sante Magnanzia e Massima, vengono ricordate insieme in tante località francesi.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2005-07-20

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