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Sant' Avito Abate

17 giugno

m. 530 circa

Martirologio Romano: A Orléans in Francia, sant’Avito, abate.


Il ricordo più antico di Avito è in due passi di Gregorio di Tours. Nel primo (Hist. Franc., III, 6) è detto che il re burgundo Sigismondo fu nel 523 messo a morte dal vincitore Clodomiro re dei Franchi, nonostante i tentativi fatti per salvarlo «a beato Avito abbate Miciacense, magno tunc temporis sacerdote». Nel secondo (De gloria Confessorum, 99), Gregorio racconta che «Avitus abbas Carnoteni pagi, quem Pertensem vocant, saepius imminere dissolutionem sui corporis Spiritu sancto revelante praedixit. Qui recedens a corpore, honorifice apud Aurelianensem urbem humatus est: super quern fideles Christiani ecclesiam construxerunt», chiesa che Gregorio stesso ebbe occasione di visitare (Hist. Franc., VIII, 2). Di Avito parla anche l'autore del Liber historiae Francorum, che trascrive, amplificandole, le notizie date da Gregorio: «Beatus autem Avitus, qui erat tunc vir sanctus Dei abbas in Aurelianis civitate, deprecabatur Chlodomirum... ».
Adone, attingendo le notizie da Gregorio di Tours, pone la celebrazione di Avito al 19 dicembre, senza motivo alcuno, però, poiché nel Martirologio Geronimiano Avito è menzionato al 17 giugno («In Aurelianis civitate Aviti presbyteri»). L'elogio di Adone, soppresso da Usuardo, che ricorda Avito al 17 giugno, è rimasto in alcuni mss., in cui il nome Avitus fu corrotto in Adiutus e il Baronio, indotto in errore da questa corruzione, celebra Avito al 17 giugno e Adiutus al 19 dicembre. Beda al 15 giugno menziona un Vitus, nome che è certamente una contrazione di Avitus. Nei secc. IX-X furono redatte quattro Vitae di Avito (cf. BHL, I, pp. 136-37, nn. 879-82), tutte di scarso valore, che si ripetono con poche varianti. Stando ad esse, Avito nacque in Arvernia verso la metà del sec. V e abbracciò la vita religiosa a Menat presso Clermont. Si trasferì poi a Micy, presso Orleans, conducendo vita eremitica. Morto nel 520 Massimino, abate di Micy, Avito gli successe, cedendo alle suppliche dei monaci. Si ritirò saltuariamente nelle foreste di Perche, non lontano da Châteaudun, in un luogo che più tardi si chiamò Celle-de-Saint-Avit. Quivi morì verso il 530, un 17 giugno, e fu sepolto a Orléans nella chiesa di San Giorgio.
Qualcuno ha voluto distinguere due Aviti, uno di Menat e l'altro di Micy, ma sembra che tale distinzione sia priva di solido fondamento.


Autore:
Paul Viard


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2011-08-24

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