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San Protasio Chong Kuk-bo Martire

20 maggio

Seul, Corea, 1799 - 1839

Nacque a Seul, in Corea, nel 1799. In gioventù si convertì al cristianesimo, ma in seguito abbandonò la fede. Tuttavia, durante la persecuzione dei cristiani in Corea, fu nuovamente arrestato e imprigionato. In carcere, subì torture e tormenti, ma alla fine ritrovò la fede e la professò pubblicamente. Per questo motivo, fu condannato a morte e decapitato il 20 maggio 1839. E' stato canonizzato da papa Pio XII il 20 maggio 1984, insieme ad altri 102 martiri coreani. La sua memoria è celebrata il 20 maggio.

Martirologio Romano: A Seul in Corea, san Protasio Chong Kuk-bo, martire, che, dopo avere in un primo tempo abbandonato la fede cristiana, la recuperņ nuovamente, professandola in carcere tra i supplizi fino alla morte.


San Protasio Chong Kuk-bo, nato a Seul in Corea nel 1799, rappresenta un faro di speranza e di incrollabile fede per i cristiani di tutto il mondo. La sua storia, intrisa di conversione, pentimento e martirio, offre una preziosa lezione sulla forza interiore che scaturisce dalla devozione a Dio, anche di fronte alle più terribili avversità.

Un cammino di fede non privo di ostacoli
La giovinezza di Protasio fu segnata dalla conversione al cristianesimo, una scelta che lo avvicinò ai valori di amore, compassione e giustizia predicati da Gesù Cristo. Tuttavia, la sua fede fu messa a dura prova quando si trovò ad affrontare le persecuzioni che in quel periodo imperversavano in Corea. Cedendo alla paura e al timore per la propria vita, Protasio rinnegò la sua fede, un atto che lo portò a vivere un profondo senso di tormento e pentimento.

La rinascita della fede
Fu durante un periodo di prigionia che Protasio sperimentò una profonda conversione interiore. Riflettendo sulla propria debolezza e sulla bellezza della fede cristiana, fu toccato dalla grazia di Dio e decise di riabbracciare la sua fede con rinnovato vigore. Nonostante le torture e le minacce di morte che dovette subire, Protasio rimase irremovibile nella sua professione di fede, dimostrando un coraggio e una tenacia fuori dal comune.

Il martirio e l'eredità di San Protasio
Il 20 maggio 1839, San Protasio Chong Kuk-bo fu decapitato a Seul insieme ad altri sette cattolici. La sua morte, avvenuta per mano dei persecutori, non segnò però la fine della sua storia, ma piuttosto l'inizio di una venerazione che lo rese un simbolo di forza e resilienza per i cristiani di tutto il mondo.

Un modello di ispirazione
San Protasio Chong Kuk-bo ci insegna che la fede non è un sentimento statico, ma un cammino dinamico fatto di prove, cadute e risalite. La sua storia ci incoraggia a non cedere alle avversità, ma a perseverare nella nostra fede con coraggio e determinazione, anche quando ci troviamo ad affrontare momenti di grande difficoltà.

Oltre al martirio
Oltre alla sua incrollabile fede di fronte alle persecuzioni, San Protasio Chong Kuk-bo si distinse anche per la sua profonda compassione e il suo perdono verso i suoi persecutori. Egli comprese che la vera forza del cristianesimo risiede nell'amore e nella misericordia, e non nel rancore o nella vendetta.

Un messaggio universale
La storia di San Protasio Chong Kuk-bo trascende i confini geografici e religiosi, offrendo un messaggio universale di speranza e di ispirazione. La sua incrollabile fede, il suo coraggio di fronte alle avversità e la sua capacità di perdonare ci insegnano che l'amore di Dio è più forte di qualsiasi ostacolo e che la vera felicità si trova nel vivere una vita fedele ai propri valori.

PREGHIERA
O San Protasio Chong Kuk-bo,
Tu che hai sopportato la persecuzione e il martirio per amore di Cristo,
aiutaci a rimanere fedeli alla nostra fede, anche nei momenti difficili.
Insegnaci ad avere il coraggio di professare la nostra fede di fronte al mondo,
e a perdonare coloro che ci perseguitano.
Preghiamo per intercessione tua per la pace e la conversione del mondo intero.
Amen.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-04-08

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