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Sant' Isacco di Monteluco Monaco

11 aprile

† 550 circa

Il monaco siriaco Isacco, sfuggito alle persecuzioni monofisite, approda a Spoleto nella prima metà del VI secolo, dove la sua fama diviene subito nota per un prodigioso evento: lo spirito maligno che tormenta il custode della chiesa che lo caccia, viene scacciato da Isacco stesso, evento che gli procura offerte per un monastero, da lui rifiutate. Ritiratosi sul Monteluco, conduce vita eremitica per poi fondare, attorno al 528, un monastero ispirato alle laure palestinesi, che dopo la sua morte adotterà la Regola benedettina. Famoso per la sua santità, astinenza e doni profetici, Isacco muore intorno al 550 e le sue reliquie sono conservate a Spoleto. A lui sono attribuiti 63 sermoni, forse confusi con quelli di Isacco di Antiochia.

Martirologio Romano: A Spoleto in Umbria, sant’Isacco, monaco, di origine siriana e fondatore del monastero di Monteluco, le cui virtù sono ricordate dal papa san Gregorio Magno.


Le scarse notizie che ci restano relative alla vita e all’attività di sant'Isacco ci sono fornite dai Dialogi di san Gregorio Magno, il quale dichiara di aver appreso quanto narra, dalla viva voce dell’abate Eleuterio: «Multa autem de modem viro, narrante venerabili patre Eleutherio, agnovi», che era stato in rapporti di familiarità con il santo ed aveva sempre conformato la propria vita ai suoi insegnamenti.
Si apprende così che Isacco era venuto in Italia dalla nativa Siria, nella prima metà del VI secolo, per sfuggire all’oppressione dei monofisiti. Giunto a Spoleto, si rese subito famoso tra quegli abitanti per un fatto prodigioso avvenuto poco dopo il suo arrivo. Fermatosi infatti a pregare nella chiesa della città, ne era stato cacciato in malo modo, al termine del terzo giorno di ininterrotte orazioni, dal custode che, avendo osato insultarlo, percuoterlo e tacciarlo di impostore per il suo devoto comportamento, era stato invasato dallo spirito maligno, da cui venne tuttavia miracolosamente liberato da Isacco.
Lo scalpore suscitato dal fatto richiamò molta gente intorno al sant’uomo, che si vide offrire ogni sorta di beni perché volesse costruire un monastero, offerte che egli rifiutò. Ritiratosi sul Monteluco, nei pressi della città stessa, vi condusse per qualche tempo vita eremitica, poi, esortato dalla beata Vergine apparsagli un giorno, eresse su quell’altura, verso il 528, un monastero per accogliervi quanti desideravano far vita religiosa sotto la sua disciplina.
Organizzato sul modello della laure palestinesi, il monastero di Monteluco, dopo la morte del suo fondatore e primo abate, adottò la Regola benedettina.
Celebrato per la santità della vita, per lo spirito di astinenza e il disprezzo delle cose temporali, nonché per lo spirito profetico e il dono dei miracoli, Isacco morì intorno al 550. Fu sepolto nella chiesa di san Giuliano annessa al monastero, da dove venne poi trasferito in quella eretta a Spoleto in onore suo e di sant'Ansano martire, chiesa in cui si conservano tuttora le sue reliquie.
Gli sono comunemente attribuiti sessantatre sermoni ed alcuni altri scritti, che appartengono forse piuttosto ad Isacco di Antiochia, detto il Grande (morto il 7 agosto 461), il quale fu scrittore molto fecondo, come attesta Gennadio di Marsiglia.
La festa di sant'Isacco ricorre l'11 aprile.


Autore:
Niccolò Del Re


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-03-13

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