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Sant' Eutichio di Alessandria Martire

26 marzo

† 356

Nella Quaresima del 356, sotto il dominio dell'imperatore Costanzo, la città di Alessandria divenne teatro di una feroce persecuzione anticattolica orchestrata dal vescovo ariano Giorgio, usurpatore della sede alessandrina. Sant'Atanasio, testimone oculare e voce narrante di questa drammatica vicenda, ci tramanda nelle sue opere "Apologia de fuga sua" e "Historia arianorum ad monachos" il racconto di innumerevoli atrocità: vergini incarcerate, vescovi incatenati, case di vedove e orfani depredate, cattolici rapiti nel cuore della notte. Tra le vittime di questa furia ariana emerge la figura di Eutichio, suddiacono della Chiesa di Alessandria. Sottoposto a un brutale flagello con scudisci di pelle taurina, Eutichio fu ridotto in fin di vita. Le sue ferite non curate lo condannarono a un'agonia straziante durante il tragitto verso le orribili miniere di Phoeno, dove era stato destinato ai lavori forzati. La sua morte, avvenuta lungo la strada, lo consacrò martire della fede.

Martirologio Romano: Commemorazione della passione di sant’Eutichio, suddiacono di Alessandria, che, al tempo dell’imperatore Costanzo, sotto il vescovo ariano Giorgio fu ucciso per la sua fede cattolica.


Fu martirizzato in questa città al tempo dell’imperatore Costanzo, nella Quaresima del 356, quando Giorgio, vescovo ariano, usurpatore della sede alessandrina, coadiuvato da soldati, fece scoppiare la persecuzione contro i cattolici. San Atanasio nell'Apologia de fuga sua e nella Historia arianorum ad monachos narra come, dopo la settimana di Pasqua fino all’ottava di Pentecoste, per opera degli ariani, furono imprigionate vergini, incatenati vescovi, spogliate le case delle vedove e degli orfani, rapiti di notte i cattolici. Fra costoro gli ariani rapirono anche Eutichio, suddiacono, che prestava ottimo servizio alla Chiesa di Alessandria, e con scudisci fatti di pelle taurina lo flagellarono tanto aspramente da ridurlo moribondo; né permisero che si curassero le sue ferite, cosicché quando lo condannarono ad metalla (esattamente, alle orribili miniere di Phoeno), il martire non vi poté giungere, perché, straziato dal dolore delle ferite, morì lungo la strada.
Atanasio, con stile che rivela il testimone immediato e inorridito, narra molte altre infamie e atrocità commesse dagli ariani specialmente per istigazione di Giorgio, che lo aveva indebitamente sostituito come patriarca e che fu poi massacrato dalla folla. Eutichio è menzionato al 26 marzo nel Martirologio Romano: fu il Baronio a inserirvelo e ad assegnargli tale data, mutuandone la notizia dalla passio di Atanasio, ma forse confondendolo con l’omonimo vescovo ricordato nei sinassari greci appunto al 27 o 28 marzo. Il Baronio ricorda anche altri martiri di questa furiosa e barbara persecuzione, collocandoli (per congettura) al 21 maggio.


Autore:
Pietro Bertocchi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-01-31

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