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Santi Marco Chong Ui-bae e Alessio U Se-yong Martiri

11 marzo e 20 settembre

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† Seoul, Corea del Sud, 11 marzo 1866

Marco Chong Ui-bae, cristiano coreano, fu arrestato durante le persecuzioni del 1866. Rifiutò di abiurare la fede e venne martirizzato il 30 marzo 1866. Alessio U Se-yong, che aveva rinnegato la fede per timore, si pentì e chiese perdono a Marco, unendosi a lui nel martirio. Entrambi furono beatificati nel 1925. La loro storia esemplifica la forza della fede che vince la paura e la morte.

Martirologio Romano: In località Sai-Nam-Hte in Corea, santi Marco Chŏng Ui-bae, catechista, e Alessio U Se-yŏng, martiri, che per la loro fede cristiana furono dai loro stessi parenti ingiuriati e percossi.


Marco Chong Ui-bae nacque a Yongin, nella Coreadel Sud, nel 1794 da una nobile famiglia pagana. Divenuto insegnante si sposò, ma da tale matrimonio non nacquero figli. Rimasto infine vedovo, fu colpito dalla gioia che lesse scolpita nei volti di due sacerdoti cattolici che aveva assistito durante il loro martirio. Fu così che Marco iniziò ad interessarsi a questa religione “occidentale”, leggendo libri sulla fede cattolica, fino a giungere alla decisione della conversione. Richiesto dunque ed ottenuto il battesimo, fu poi nominato catechista, ma oltre a ricoprire coscienziosamente trovò anche tempo e modo di occuparsi degli orfani e dei malati. Convolò anche a nuove nozze, decidendo in comune intesa con la nuova moglie di vivere in povertà e di adottare un figlio. Nel periodo delle feroci persecuzioni anticristiane che attraversarono la Corea, Marco aiutò parecchi cattolici a fuggire all’estero, ma egli preferì non abbandonare il paese. Il 25 febbraio 1866 venne dunque arrestato.

Alla vicenda di Marco Chong Ui-bae si lega quella del suo connazionale Alessio U Se-yong, nato nel 1847 a Seoheung da una nobile e benestante famiglia. Essendo venuto a conoscenza del cristianesimo per bocca di un catechista, volle incontrare il vescovo San Simeone Berneux, ma questi lo indirizzò proprio dal catechista Marco Chong per essere introdotto alla fede e ricevere il battesimo. Tornato a casa, dovette però confrontarsi con il disappunto dei familiari: preferì abbandonare la casa paterna per stabilirsi presso il suo padre nella fede, dedicandosi alla traduzione del Catechismo e di altri testi. Quando tutti i cattolici del villaggio vennero arrestati, preso dal timore Alessio rinnegò la sua fede e fu rilasciato. Subito però si pentì del misfatto e corse dal vescovo, detenuto in prigione, a confessargli l’accaduto, compresa la collaborazione data nel picchiare a morte un catechista. Fu inevitabile una sua nuova cattura e questa voltà sopportò con coraggio le torture cui fu sottoposto.

Insieme presso Seoul l’11 marzo 1866 Marco ed Alessio andarono incontro al martirio. La Chiesa non poté dimenticare la loro eroica testimonianza: sono stati beatificati il 6 ottobre 1968 ed infine canonizzati da Papa Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984, insieme con altri numerosi testimoni della fede in terra coreana.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2007-03-08

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