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Sant' Ascla Martire

20 gennaio

In Egitto, durante la persecuzione di Diocleziano, Ascla, un giovane cristiano nativo della Tebaide, fu condotto ad Antinoe dal governatore Arriano. Durante il viaggio, un prodigio arrestò la navigazione sul Nilo e fu permesso l'approdo solo quando Arriano scrisse e firmò su un foglio: «Uno è il Dio di Ascla e non vi sono altri dei fuori di Lui». Giunto a riva, Ascla fu tormentato col fuoco e infine gettato nel fiume con una pietra al collo. La sua morte, avvenuta nel terzo anno dell'impero di Diocleziano, è commemorata il 14 dicembre nella Chiesa cattolica e il 21 tobi nella Chiesa copta.

Martirologio Romano: Ad Antinoe nella Tebaide, in Egitto, sant’Ascla, martire, che al cospetto del governatore non temette le minacce, perché la sua più grande preoccupazione era quella di non rinnegare Cristo, e dopo torture di vario genere fu gettato nel fiume.


La passio di Ascla, martire ad Antinoe sotto Diocleziano, è giunta in tre redazioni, latina, greca e copta, sostanzialmente identiche. Il testo greco, redatto da Simeone Metafraste, pone il martirio di Ascla nel terzo anno dell'impero di Diocleziano e la sua festa al 14 dicembre. Si può leggere in PG, CXVI, col. 537. Fu collazionato dai Bollandisti con quattro testi latini e pubblicato, nella traduzione latina, in Acta SS. Martii, I, Venezia 1735, pp. 151-157. La passio latina, che pone la festa di Ascla al 23 gennaio, si legge in Acta SS. Ianuarii, II, Anversa 1643, pp. 455-57. A questa passio si ispirò Usuardo per l'elogio che fu inserito poi nel Martyrologio Romano lo stesso giorno.
La passio copta, conservata in un ms. del Museo Egizio di Torino e pubblicata da F. Rossi negli Atti dell'Accademia dei Lincei, pone la festa al 21 tobi.
Il martirio di Ascla, secondo il testo greco e latino, segue cronologicamente quello di Filemone e Apollonio e precede i tormenti di Tirso, Lucio e Callinico. Ma nel testo copto la morte di Ascla precede il supplizio di Apollonio e Filemone e segue quello di Pantaleone di Nicomedia.
Ascla, nativo della Tebaide, fu condotto per la sua fede ad Arriano, governatore della regione. Con Arriano si imbarcò per Antinoe, ma un prodigio arrestò la navigazione sul Nilo e fu permesso l'approdo solo quando Arriano scrisse e firmò su un foglio: «Uno è il Dio di Ascla e non vi sono altri dei fuori di Lui». Giunto a riva il martire fa tormentato col fuoco e infine gettato nel fiume con una pietra al collo.
Ascla è inoltre nominato negli atti copti di Apollonio e Filemone (BHO, p. 20, n. 80), negli atti copti di Arriano (ibid., p. 27, n. 110) e nei loro atti siriaci (ibid., p. 213, n. 973).
Nella passio copta il martirio è posto a Smoun, antica Hermopolis e odierna 'El 'asmonen.


Autore:
Filippo Caraffa


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2011-08-16

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